Ratzinger a spasso per Castel Gandolfo con padre Georg FOTO

La foto esclusiva di Chi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Febbraio 2014, 17:52
Da un anno non pi il Pontefice in carica, mantiene solo il titolo di Papa emerito. Ma Benedetto XVI, nel suo ritiro dell'ex monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove abita col fedele segretario e prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gaenswein e le quattro «memores domini» che si occupano delle faccende domestiche, continua a incontrare persone, a vedere conoscenti, molti dei quali in arrivo della Germania, e a coltivare i suoi diletti studi di teologia.



Una vita in cui ha molto spazio la preghiera, quella del Papa della grande rinuncia, ma non solo. Al Mater Ecclesiae Ratzinger abita dal 2 maggio scorso, quando vi è arrivato - accolto sulla porta dal suo successore papa Francesco - dopo i due mesi trascorsi nella residenza di Castel Gandolfo in seguito all'abbandono del pontificato la sera del 28 febbraio. Da quel momento, per la prima volta nella storia, due Pontefici vivono contemporaneamente: una coabitazione che non si era mai registrata nella Città Leonina.



Nell'ex convento ristrutturato di quattro piani (compreso un interrato), dotato di un ascensore, in cui una stanza è sempre a disposizione del fratello maggiore mons. Georg Ratzinger, il Papa emerito vive «nascosto al mondo», ritirato principalmente nello studio e nella preghiera, guardandosi bene dall'intervenire nella gestione della Chiesa. Ciò non toglie, comunque, che oltre agli incontri noti, oltre agli auguri in occasione di compleanni, onomastici e feste comandate, numerose sono state le occasioni di incontro e di colloquio ricercate dal successore Bergoglio. Che oltre a dimostrare rispetto e deferenza per il suo anziano predecessore, lo ha sempre visto come una figura con cui consigliarsi e scambiare pareri. A fare la spola tra i due, fra l'altro, c'è proprio mons. Gaenswein, vero trait-d'union al servizio di entrambi.



Le giornate del Pontefice emerito sono ordinate secondo consuetudini regolari. La mattina presto la messa nella cappella del monastero, quindi la colazione e le ore dedicate allo studio, poi il pranzo con le «memores», il riposo pomeridiano, e quando il clima lo permette la passeggiata nel Giardini Vaticani, con la recita del rosario e il dialogo sempre in compagnia di «don Georg». Poi ancora letture e la cena, un pò di televisione e, molto presto, il ritiro in camera. Piuttosto spesso, comunque, Benedetto XVI riceve visite: uomini di Chiesa, vescovi, sacerdoti di antica conoscenza, amici intellettuali, sempre in un clima di grande discrezione e riservatezza. Parte del tempo è dedicata da Ratzinger anche alla scrittura: il Papa emerito ha sempre continuato, tanto che c'è che ipotizza la possibile uscita di qualche sua nuova opera. In questi mesi Ratzinger si è allontanato dal Vaticano solo due volte: l'agosto scorso per andare a Castel Gandolfo ad assistere a un concerto e il 3 gennaio per recarsi all'Ospedale Gemelli a trovare il fratello Georg, ricoverato il giorno prima per un lieve malore. Il 15 gennaio, invece, è stata giornata di festa, per il 90/mo compleanno proprio del fratello, con una messa solenne e cantata al mattino, colazione e pranzo «bavaresi» e un concerto nel pomeriggio nella Sala Assunta.



I momenti «pubblici» del Papa emerito sono stati più unici che rari: una cerimonia con papa Francesco davanti al palazzo del Governatorato il 5 luglio scorso, giorno dell'uscita dell'enciclica a quattro mani «Lumen fidei», e una messa per gli ex allievi il primo settembre, nella cappella del Governatorato, in cui - evocando indirettamente temi legati alla sua rinuncia - ha detto che chi, nel mondo e nella storia, si trova ai primi posti «deve sapere di essere in pericolo», e «un posto che può sembrare molto buono, può rivelarsi invece molto brutto». Al contrario, ci si trova sulla «giusta via» diventando persone che «scendono», al fine di «servire» e portare la «gratuità di Dio».



I tempi travagliati del pontificato sembrano ormai lontani. I giorni di Ratzinger scorrono nel silenzio e nella riservatezza. La sua ultima rinuncia? Quella allo «stemma» da Papa emerito, le cui ipotesi grafiche gli sono state sottoposte dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, al quale però Benedetto ha fatto sapere «che preferisce non adottare un emblema araldico espressivo della nuova situazione creatasi con la sua rinuncia al ministero petrino». Parola di Pontefice emerito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA