Germania, lo fanno salire sul volo sbagliato e si ritrova a Las Vegas: 20mila chilometri per tornare a casa

Germania, lo fanno salire sul volo sbagliato e si ritrova a Las Vegas: 20mila chilometri per tornare a casa
di Federica Macagnone
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Lunedì 14 Agosto 2017, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 00:21

Quello che doveva essere un banalissimo volo di 600 km per tornare a casa, da Colonia a Londra, si è trasformato in un'odissea per il 29enne broker finanziario britannico Samuel Jankowsky, reduce da una serie di incontri di lavoro in Germania. Lui, che voleva solo rientrare nella sua casa di Basildon, a pochi chilometri dalla capitale, per abbracciare la 25enne moglie Monique, al settimo mese di gravidanza, e i due figli di uno e sei anni, si è ritrovato catapultato dall'altra parte del mondo, a Las Vegas, dopo essere stato fatto salire sull'aereo sbagliato. Come se non bastasse, all'arrivo negli Usa è stato trattato come un pericoloso criminale, perquisito, sbattuto in cella e sorvegliato a vista in attesa che riprendesse un volo per l'Europa. Se non fosse riuscito a procurarsi entro breve un biglietto per il ritorno, lo avrebbero trattenuto per diversi altri giorni: fortunatamente, Samuel ce l'ha fatta, è salito su un aereo della compagnia Eurowings, la stessa del viaggio di andata, ed è decollato per Colonia. Da lì, però, non è potuto ripartire per l'Inghilterra con Eurowings perché nel frattempo la compagnia lo aveva messo al bando dai propri voli: è dovuto andare in treno a Mannheim, ospite di un amico, per poi raggiungere Stoccarda in due ore e mezza di autobus e finalmente decollare per l'aeroporto di Stansted. 
 

 


Quando il 2 luglio, due giorni dopo l'arrivo previsto, ha rimesso piede a casa, ha trovato la moglie ancora incredula e la sorella che gli ha riso in faccia per dieci minuti filati mentre ascoltava la sua storia. L'odissea, a quel punto, era finita con un bilancio di due giorni persi, oltre 20mila km percorsi invece dei 600 che sarebbero stati sufficienti e 900 euro spesi per viaggi, vitto e alloggio. Senza contare l'umiliazione di sentirsi trattato come un criminale negli Usa e a bordo dell'aereo con cui è tornato, dove il personale lo ha trattato professionalmente ma con estrema freddezza.

«Quando il 30 giugno sono partito da Colonia - racconta Samuel - in aeroporto il mio biglietto è stato controllato per ben tre volte. Quando ho visto l'aereo sul quale mi hanno fatto salire ho pensato che fosse un po' grande per la tratta Colonia-Stansted, ma non ho dato peso alla cosa. Gli operatori della compagnia hanno commesso un errore colossale che ha determinato una falla importante nella sicurezza: e se avesse fatto salire qualcuno che aveva cattive intenzioni? Una volta a bordo, comunque, mi sono addormentato e solo al risveglio ho capito la situazione: a quel punto ho chiamato mia moglie via Whatsapp per avvertirla. Monique era spaventata e ha chiamto Eurowings per protestare. Una situazione paradossale. All'atterraggio sono stato trattato come un criminale comune dai funzionari statunitensi dell'immigrazione, che hanno minacciato di arrestarmi perché non avevo il visto. Quando a casa ho raccontato tutta la storia, mia sorella ha riso per dieci minuti. Penso che potrebbero fare un film su quello che mi è successo».

Eurowings, dal canto suo, solo ora ha commentato freddamente la vicenda: «Siamo a conoscenza della questione.
L'episodio è accaduto parecchie settimane fa ed è già stato risolto. Il passeggero era passato attraverso il controllo dei passeggeri e i documenti d'identità erano stati controllati correttamente dalla polizia federale. A causa di un errore da parte di un dipendente del servizio, il passeggero è riuscito a salire sul volo a lungo raggio. Secondo le autorità ed Eurowings, in nessun momento c'è stato un rischio per la sicurezza. Tuttavia, l'incidente è stato oggetto di un'accurata indagine interna. Eurowings ha effettuato approfondimenti con il fornitore del servizio e ha richiesto la rigorosa osservanza dei nostri standard di qualità».

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