Sabaudia: l'ultimo saluto al campione di canoa Francesco La Macchia

Sabaudia: l'ultimo saluto al campione di canoa Francesco La Macchia
di Ebe Pierini
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Giovedì 3 Agosto 2017, 19:59
Sulla bara la bandiera delle olimpiadi del 1960. Quelle che fecero di lui una leggenda e lo consegnarono alla storia. Un drappo bianco con i cinque cerchi olimpici, il simbolo che meglio di ogni altro parla di lui che è stato un simbolo della canoa canadese italiana. Sabaudia ha tributato oggi l'ultimo saluto al suo campione. Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa della Santissima Annunziata, i funerali di Francesco La Macchia, il campione di canoa scomparso lunedì sera a 79 anni. Moltissime le persone che si sono strette attorno alla moglie Anna ed ai figli Silvio e Fabio. Presenti anche una delegazione delle Fiamme Oro, gruppo sportivo del quale La Macchia fece parte, presso il quale rivestì anche il ruolo di allenatore, della Marina Militare, forza armata nella quale militava quando vinse l'argento olimpico e delle Fiamme Gialle. Non è voluta mancare nemmeno il sindaco Giada Gervasi. Molto bello che abbiano partecipato anche i giovanissimi canoisti delle Fiamme Oro, coloro che un giorno, si spera, raccoglieranno il suo testimone. Il momento più commovente è stato sicuramente quello in quale sul pulpito è salito il suo amico di una vita, quel compagno di canoa che era diventato per lui un fratello. Aldo Dezi, che fu con lui l'artefice di quella impresa olimpica, ha ricordato quando si conobbero, a Sabaudia, sulle acque del lago di Paola, alla fine degli anni '50. Lui aveva già qualche titolo alle spalle e La Macchia era un futuro campione. L'allenatore, l'ungherese Kalman Blahò, decise di farli allenare insieme e fu un'intuizione felice perché i due, alle olimpiadi di Roma, riuscirono nell'impresa di vincere l'argento nella canoa canadese.

Fu quella la prima medaglia olimpica nella storia della canoa italiana e anche l'unica finora conquistata dall'Italia alle olimpiadi in quella specialità. Dezi, visibilmente commosso, ha ricordato quell'epoca e quei momenti e poi ha gridato un «Urrà Franco» al quale hanno replicato tutti i presenti. 
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