Rieti, le emozioni dei piloti della Cim
quando volano sopra ad Amatrice.
E quella frattura sul monte Vettore

Rieti, le emozioni dei piloti della Cim quando volano sopra ad Amatrice. E quella frattura sul monte Vettore
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 3 Agosto 2017, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 08:28

RIETI - «One disappointment... looking down Amatrice. You feel bad, when you're enjoying yourself». Alla fine del primo giorno di gara della Coppa Internazionale del Mediterraneo è stato l'inglese Jon Gatfield a sollevare il velo d'imbarazzo del tutto involontario che, in queste prime giornate, offusca la coscienza dei piloti pronti a decollare dal Ciuffelli. Insomma, è triste volare sopra Amatrice - questa la sintesi del pensiero del volovelista britannico - quando in cuor proprio si sa che diverse centinaia di metri più sopra, seppur ci si trovi nel bel mezzo di una giornata di competizione, ci si sta soltanto divertendo a cavalcare le masse d'aria.
 

E' il pensiero che ha attraversato la mente di tanti piloti in gara alla Cim, soprattutto durante la prima giornata di martedì scorso, quando i task di volo assegnati dalla direzione gara di Aldo Cernezzi erano stati appositamente disegnati per sfruttare al massimo la giornata contraddistinta da una meteo che esemplificava la perfetta estate volovelistica reatina. Nessun punto di virata, né quest'anno né durante gli ultimi anni di Coppa, è stato mai posizionato esattamente su Amatrice, all'interno dei task assegnati ai piloti in gara a Rieti. Ma martedì, quel passaggio da compiere per passare dal primo pilone di Roccamandolfi - oltre Isernia - al secondo (Scheggia, in Umbria), prevedeva la possibilità di volare ad est di Amatrice, in appoggio al volo di costone e, per chi si sentiva un po' più sicuro, staccarsi sfruttando la quota di volo raggiunta e, di conseguenza, osservare Amatrice un po' più da vicino. Una sensazione di disagio evidentemente destinata a ripetersi se, da sempre, lo spazio di volo di chi decolla dal Ciuffelli è, notoriamente da decenni, l'Italia centrale.
 

«Sì, non è decisamente divertente osservare da lontano Amatrice e pensare che lì sopra, invece, si sta facendo tutt'altro - racconta lo spagnolo Alvaro De Orleans - Ma da quel che ho potuto apprendere, subito dopo il sisma del 24 agosto diversi piloti, all'interno della comunità volovelistica internazionale, si sono attivati per effettuare delle donazioni private. Tuttavia ritengo che sia opportuno riattivare il prima possibile le attività commerciali ed economiche delle zone colpite dal terremoto: la loro strada principale per la ripresa parte da lì, altrimenti quelle zone saranno ben presto destinate allo spopolamento».
 

«Per tanti anni, ogni volta che sono stati impegnati con il volo a vela a Rieti, molti di noi hanno trascorso piacevoli serate nei locali di Amatrice e nei dintorni, dopo una giornata di competizione - ricorda il campione mondiale Giorgio Galetto - E ora vederla così ferita, anche solo dall'alto, fa male.

Per non parlare poi dello sgomento nell'osservare la frattura prodotta dal sisma lungo il Monte Vettore» che, per la cronaca, è fra i più gettonati dai volovelisti durante i voli di costone.

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