Franceschini, no ai ticket: «Per Roma e le città d'arte ingressi scaglionati»

Franceschini, no ai ticket: «Per Roma e le città d'arte ingressi scaglionati»
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Luglio 2017, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 15:06
ROMA «Le città sono aperte, libere, non possono esserci piazze o strade a pagamento. Quindi io sono contrario ai ticket; penso invece che si possano, e presto si dovranno introdurre, dei regolatori di accessi, le nuove tecnologie lo consentono». Dario Franceschini risponde così sull'ipotesi di limiti d'accesso alle aree più affollate di visitatori delle città d'arte: un tema reso ancora più caldo dalle proteste degli ultimi giorni di alcuni gruppi di residenti contro l'invasione delle città italiane a maggiore vocazione turistica. A partire da Venezia, dove una serie di comitati cittadini si sono riuniti sotto lo slogan Mi no vado via (Io non vado via) contro l'esodo dei residenti dalla città lagunare, divenuta a loro giudizio poco vivibile.

I LUOGHI
«Quando un luogo della cultura ha troppa gente e diventa complicato per la sicurezza e per la tutela della fragilità delle opere d'arte, si fermano gli ingressi finché il pubblico non defluisce prima di farne entrare altri - sottolinea il ministro dei Beni culturali - Ci sono altre città nel mondo ed in Europa che l'hanno fatto». I sindaci delle cinque città, «Firenze, Venezia, Roma, Milano e Napoli, che hanno o possono avere questo problema hanno scritto» in merito «una lettera, e presto ci vedremo - ricorda Franceschini - Naturalmente questa è una competenza dei sindaci». Nel documento inviato al ministro e al responsabile della direzione generale per il turismo del Mibact, Francesco Palumbo, gli assessori alla cultura Paola Concia (Firenze) Daniele Gaetano (Napoli), Roberta Guarnieri (Milano), Paola Mar (Venezia) e Adriano Meloni (Roma) - riuniti nella rete delle Grandi destinazioni italiane del turismo sostenibile, ovvero «le cinque destinazioni che da sole ospitano un terzo dei turisti che visitano l'Italia» - chiedono in particolare di essere inseriti come caso pilota nella parte attuativa del Piano strategico per il turismo, pronte a sperimentare ipotesi di gestione dei flussi, ma «anche altri progetti che riterrete opportuno proporci».

LE PROPOSTE
Di turismo sostenibile si era parlato aventi giorni fa a Roma in un convegno organizzato alla Galleria nazionale d'arte moderna con Taleb Rifai, segretario dell'Umtwo - l'organismo dell'Onu che si occupa di turismo - e lo stesso Franceschini: «Non si può immaginare né di respingere il turismo, né di fare pagare ticket d'ingresso, perché le città sono aperte e non si possono far pagare gli ingressi alle piazze - aveva sottolineato in quella occasione il ministro - Contemporaneamente, però, è possibile immaginare con le nuove tecnologie meccanismi che regolino gli accessi». Non si tratta «di rallentare il turismo - aveva aggiunto Franceschini- il tema è continuare a crescere in modo intelligente non solo per ragioni economiche, ma perché la globalizzazione porta con sé la paura della diversità, dell'immigrazione, dello straniero e del diverso. La paura di chi viene a sottrarci livelli di benessere. La risposta può essere protettiva, dunque costruire muri, o di apertura, cioè costruire ponti. Penso si debba scegliere questa seconda strada in modo intelligente, garantito e che tuteli i cittadini. E il turismo è il principale motore per superare queste paure».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA