Plato, arriva il cacciatore di esopianeti europeo: in orbita 26 telescopi costruiti in Italia

Una ricostruzione artistica degli esopianeti
di Enzo Vitale
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Giovedì 22 Giugno 2017, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 16:45
Un “mostro” a 13  teste, ognuna delle quali possiede due occhi capaci di scandagliare le zone più recondite dell'Universo alla ricerca di pianeti simili alla Terra. Un “mostro” dall'aspetto rassicurante, un gigante buono nato da una collaborazione europea che vede a capo L'Esa, l'Agenzia spaziale del vecchio continente. Una volta operativo sorveglierà un milione di stelle per più di 4 anni e sarà in grado di individuare sistemi planetari in cui potrebbe essere possibile lo sviluppo della vita.
Il gigante buono si chiama Plato, acronimo di PLAnetary Transit and Oscillations of stars, e altri non è che il nuovo telescopio spaziale europeo in rampa di lancio per il 2026.

L'APPORTO ITALIANO
Il nostro Paese, ancora una volta, è in prima fila.  Il progetto dei  26 telescopi con un campo di vista simile a quello dell’occhio umano, nasce nei laboratori dell’Inaf, I stituto Nazionale di Astrofisica di Padova, Catania e Milano. La realizzazione, invece, verrà affidata alla Leonardo di Firenze con la collaborazione dell’Università di Berna, della TAS Italia e di Medialario. Oltre agli strumenti ottici l'Italia contribuisce alla missione con l'elaboratore della Kayser Italia che controllerà gli strumenti di bordo. Ma non è finita qui perchè l’ASI SSDC realizzerà una parte decisiva del segmento di terra della missione, mentre il catalogo di stelle che saranno scrutinate dal satellite sarà fornito dall’Università di Padova. Insomma un apporto tecnologico davvero notevole.

(Un'immagine artistica di Plato con i suoi 26 telescopi)

ASI E INAF A BRACCETTO
«La missione PLATO -è stato il commento di Barbara Negri, responsabile dell’Unità esplorazione e osservazione dell’universo dell’ASI (Agenzia spaziale italiana), è stata da noi fortemente sostenuta, non solo per la valenza scientifica della ricerca di esopianeti, ma anche per valorizzare la capacità di realizzare in Italia i telescopi e l’elettronica associata, per i quali la comunità scientifica e l’industria italiana possiedono una leadership indiscussa in Europa».


(Barbara Negri dell'Agenzia spaziale italiana)

SCOPO DELLA MISSIONE
Il censimento dei pianeti simili alla Terra con la misurazione di dimensione, massa ed età fatta con una precisione mai raggiunta prima è lo scopo della missione di Plato. Una volta entrato nell'orbita attorno al punto Lagrangiano L2, uno dei punti di equilibrio del sistema Sole-Terra, a una distanza dal pianeta di un milione e mezzo di chilometri, il satellite europeo comincerà la sua paziente opera di osservazione.

PICCOLO E BELLO, TRAPPIST SCOPERTO DA UN PICCOLO STRUMENTO
Piccolo è bello. E a volte anche gratificante. Ne sanno qualcosa quei giovani ricercatori belgi che, grazie a un “telescopietto” di 50 centimetri di diametro, sono riusciti a scoprire il Sistema planetario della stella Trappist 1, a circa 40 anni luce da noi. «Diversamente da quanto si crede -chiarisce Isabella Pagano, ricercatrice dell’INAF e responsabile scientifico per l’Italia della missione PLATO-, i primi deboli segnali di quel sistema sono stati captati proprio da un piccolo strumento dell'Università di Liegi posizionato sulle Ande cilene. Solo dopo questa scoperta sono entrati in campo i grandi telescopi che hanno poi fatto il resto. Per quanto riguarda la missione del 2026 -continua la ricercatrice INAF-, ritengo che Plato cambierà la storia sulla ricerca degli esopianeti nei prossimi decenni. La strada per trovare pianeti abitabili attorno a stelle vicine a noi è stata definitivamente tracciata».

(Marco Galliani di Inaf-TV e I'astrofisica Isabella Pagano, fonte Inaf)




 
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