Nel corso della scorsa udienza D'Alessio, difeso dall'avvocato Francesco Compagna, si era difeso negando la rapina: «Non è certo mia abitudine litigare, ero a casa mia all'Olgiata e fui avvertito dai custodi che erano stati allontanati due paparazzi che cercavano di fotografare la mia abitazione.
Loro si misero di fronte a casa mia, appostandosi sulla braccianese da dove si vede bene la mia casa».
D'Alessio ha aggiunto che «di fronte alla loro insistenza, decise di affrontarli uscendo da casa assieme al suo assistente, volarono delle parole grosse quando incontrò i due paparazzi. Ci fu anche una colluttazione: «io chiedevo le fotografie ma mi dissero che non avevano fotografato nulla. Le macchine fotografiche - ha concluso - non le presi per impadronirmene ma furono i fotografi a consegnarmele per dimostrare che non avevano fatto foto. I borsoni con gli apparecchi li diedi poi ai carabinieri che hanno fatto un regolare verbale».
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