Arancione, il (nuovo) colore della creatività

Arancione, il (nuovo) colore della creatività
di Mario Ajello
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Domenica 18 Giugno 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:09
«Promuovere il Rinascimento
di Roma città creativa».

@MadeinRomeItaly

Ma Roma è una città creativa? Avrebbe tutte le possibilità per esserlo. E leggendo il libro di Gian Paolo Manzella - «L’economia arancione. Storie e politiche della creatività» (Rubbettino) - appare lampante quanto la massima «con la cultura si mangia», valida in gran parte del mondo più avanzato, sia adatta particolarmente a questa città. Basta saperlo, basta volerlo, basta dotarsi più di prima e più di sempre di una politica per la creatività. Che trasformi cioè la conoscenza in attività economica e in motore di sviluppo. Il link tra pratica politica e elaborazione del sapere nei centri universitari, di ricerca, di immaginazione rappresenta, secondo Manzella, la benzina del futuro. Tramite la quale le nostre città possano viaggiare ad alti livelli. Ecco, economia arancione - questo il colore che viene dato al fenomeno - contro economia di crisi.

Prodotti immateriali pieni di sostanza cerebrale come grande chance di progresso urbano, ambientale, civile. Niente cultura, niente sviluppo. Niente creatività, solo declino. Che a fare questi discorsi sia non solo uno studioso, quale Manzella è, ma anche un consigliere regionale politicamente impegnato nel quotidiano, e Manzella è anche questo, ha la sua importanza. Se non altro perché, sperabilmente, questo tipo d’impostazione, e di convinzione, può non restare discorso accademico ma farsi, appunto, sempre di più discorso politico. Non il grigio, dunque, e non il blue del blue mood: è semmai il momento dell’arancione, il colore della nuova alba per Roma.

mario.ajello@ilmessaggero.it
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