Finmeccanica, il mediatore Haschke al processo: «Soldi alla Lega solo ipotesi»

Finmeccanica, il mediatore Haschke al processo: «Soldi alla Lega solo ipotesi»
di Claudia Guasco
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Giovedì 9 Gennaio 2014, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 19:52
Soldi al Carroccio? Per giustificare il motivo per cui si doveva ridurre il contratto di engineering di 10 milioni di euro «si facevano delle ipotesi del tutto vaghe e nel formulare delle ipotesi è venuta fuori questa». Cioè quella di una tangente alla Lega Nord. «Soltanto ipotesi». A raccontarlo durante l’udienza del processo Finmeccanica è Guido Haschke, fiduciario italoamericano con residenza in Svizzera indagato in procedimento connesso. Davanti ai giudici Haschke ricostruisce una telefonata intercettata dagli investigatori con Luciano Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia: i due parlano di un possibile versamento di denaro al partito padano da parte di Giuseppe Orsi, già amministratore delegato di Agusta Westland, in cambio della sua nomina a presidente e a.d. di Finmeccanica. «Solo ipotesi», mette in chiaro Haschke. A far nascere il sospetto è la richiesta di risolvere anticipatamente il contratto tra la società di Haschke e Agusta Westland, che avrebbe in questo modo risparmiato un pagamento di 10 milioni di euro. Il mediatore italoamericano ne discute con Zampini: «Non capivo come mai fosse arrivata questa richiesta, anche perché mi risultava che il lavoro fosse apprezzato. Non capivo per quale motivo mi fosse stato chiesto di interrompere anticipatamente il contratto», riferisce in aula, aggiungendo che «tra le ipotesi fu fatta anche questa», ossia il versamento di denaro alla Lega. «Non c’era alcun elemento particolare che lo facesse pensare, se non la coincidenza del momento». «Mai pagati gli indiani». Come nelle due udienze precedenti Orsi è seduto in prima fila, segue la deposizione di Haschke e prende appunti.
Poco più in là ci sono gli agenti del Central bureau of investigation (Cbi), l’Fbi indiano, per i quali Haschke è un personaggio chiave. Secondo l’accusa infatti è uno dei mediatori delle mazzette a funzionari indiani, mentre per la difesa è un consulente ingegneristico per l’appalto degli elicotteri. Al centro della vicenda c’è una presunta tangente da 51 milioni su un appalto di 560 milioni che nel 2010 sarebbe stata consegnata ad amministratori locali per ottenere la fornitura di 12 velivoli Agusta Westland. All’epoca Haschke era beneficiario degli utili di Ids Tunisia, che operava con un contratto di ingegneria stipulato con Agusta Westland: tra i soci figuravano anche i fratelli Tyagi, cugini dell’allora capo di Stato maggiore dell’aeronautica, Aria Sashi Tyagi. «Che io sappia non sono stati mai corrisposti dei soldi al maresciallo», afferma il fiduciario. E inoltre: «Non mi risulta nel modo più assoluto che i fratelli Tyagi abbiano pagato altri militari per favorire Agusta Westland», aggiunge. Certo è che, nel suo incontro con Orsi, Haschke ha parlato della gara in India e «certamente gli ho fatto presente che avevamo da anni rapporti con la famiglia Tyagi», offrendo all’amministratore delegato la propria collaborazione per gestire l’iter burocratico della gara di appalto per gli elicotteri. «In India è condizione necessaria ma non sufficiente avere il prodotto migliore: bisogna rispettare tutte le procedure nel dettaglio affinché alla fine nessuno possa contestare l’operazione», spiega il mediatore. «Ed è quello che ho cercato di fare».
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