C'era una volta Arvalia, il municipio dei pittori del Trullo e del dentista di Corviale

C'era una volta Arvalia, il municipio dei pittori del Trullo e del dentista di Corviale
di Simone Canettieri
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Sabato 29 Aprile 2017, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 15:12
IL RACCONTO
«Ormai preferiscono quasi tutti toglierseli, e farne a meno, invece che curarseli». Più di Matteo Renzi (qui giovedì scorso con il ministro Minniti), più di Roberto Speranza (ieri sempre qui per la nuova sede di Mdp) la vera analisi politico-sociale di Corviale sboccia da un lettino. Quello di Andrea Silvestri, il dentista di questo chilometro di cemento dove seimila famiglie di abusivi e regolari, incensurati e avventurieri, rassegnati e avvelenati, vivono e sopravvivono gomito a gomito. E se la politica da trent'anni si riempie la bocca su «ricette» per il «riscatto» di questo omicidio edilizio che da leggenda fa da diga al Ponentino, sempre più spesso chi vi abita preferisce rimanere a bocca chiusa. «Se non si vogliono curare per motivi economici sono io a proporre piccole rate mensili», dice ancora Silvestri, stretto nel camice bianco, che gli dà un'aria da medico senza frontiere, fuori dallo studio protetto dalle grate. Le inferriate davanti alle porte sono un elemento stilistico ricorrente (come gli ascensori sempre rotti). Una precauzione. Non si sa mai. Basta voltarsi un attimo e, tac, ti ritrovi la casa occupata. «Venduta» per 5mila euro. Paola Cortellesi, in Scusate se esisto, è l'architetto che vorrebbe portare la vita in questo parallelepipedo, trasformando il mitologico «quarto piano». Nella realtà è il progetto dell'Ater e lo scopo di un concorso internazionale.
Bisogna essere ottimisti, e forse al posto di case occupate e abusive torneranno i negozi e gli asili, al quarto piano, come da (fallita) idea originale e socialista (fu il 70 anche a Roma) di Mario Fiorentino. Intanto, per momento, si fanno solo otturazioni. «Siete qui per parlare male di Corviale?», fa la signora del terzo lotto, secondo piano. Un po' per pigrizia un po' per oggettività, l'esercizio sarebbe facile.

LA BELLEZZA
Solo una letteratura pessima poteva far fiorire da queste parti eccellenze, storie, come quella del Calcio sociale, scialuppa di salvataggio dal Male di tanti ragazzi, il centro culturale Elsa Morante e la biblioteca. «Chi mi battezza m'è compare», è un'altra analisi politica che questa volta arriva da Piacca, associazione di ex detenuti che fuori dalla legalità occupando spazi Ater, si è inventata un'attività di rigattieri, impagliatori ed estetisti. «A prezzi sociali», ricorda Massimo.
Gli uffici amministrativi del Municipio XI, per tutti Arvalia per via dei patrizi che si occuparono di queste campagne, sono proprio sotto il serpentone.

I GRILLINI
Anche qui la razza padrona è quella nuova del M5S. Anche se il presidente Mario Torelli, ex poliziotto già candidato con l'Idv (non si potrebbe), ha dovuto faticare non poco per vincere contro Maurizio Veloccia, il mini-sindaco uscente del Pd. L'aula del consiglio è dentro un cubo di cemento a forma di teatro con seggiolini intorno. «Vivacchiano senza un'idea, ma sono già inciampati su una serie di affidamenti diretti anomali», dice Veloccia. Che durante i suoi 5 anni di governo avallò un'operazione che sembra funzionare. Sono i murales che hanno colorato il Trullo. E così dopo i famosi poeti degli anni 80 («Prima che er cervello te lasci e scappi via/ spegni la tv e leggi una poesia») sono arrivati anche i disegni sulle facciate di queste ordinate palazzine. E così il «metroromanticismo» dona un tocco da Europa del Nord alla fascistissima ex borgata Ciano, ora per nemesi storica molto multietnica con problemi classici di integrazione. «Vivo qui da sempre, da quando c'era tutta marana per terra: si sta bene, ma alle otto di sera coprifuoco», raccontano gli occhi gentili della signora Marcella, titolare di una pizzeria, insieme al figlio Massimo, proprio in via del Trullo, che corre in mezzo a Monte Cucco e Monte delle Capre, sfociando da una parte sulla Portuense, dall'altra sulla Magliana vecchia. Il centro storico di questo municipio è la zona Marconi, con i localini, la metro B, i venti e i problemi della movida, un mercato centrale nuovo che non apre e rischia di finire già in malora, il traffico, le incompiute, i bus che non passano. Problemi da contestualizzare, visti da dove si era partiti. Anzi, chissà cosa dicono qui i dentisti...

(9- continua)
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