Mafia Capitale, Carminati: «Sapevo di essere controllato: ho un occhio solo ma ci vedo bene»

Mafia Capitale, Carminati: «Sapevo di essere controllato: ho un occhio solo ma ci vedo bene»
di Sara Menafra
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Mercoledì 29 Marzo 2017, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 08:24

«Noi del mondo di sotto abbiamo solo tre comandamenti ma quelli li rispettiamo, nel mondo di sopra ne hanno dieci ma non ne rispettano neanche uno». Torna più volte sulla metafora del mondo di mezzo, quella che ha dato il nome all'inchiesta, Massimo Carminati. L'interrogatorio al presunto capo di Mafia Capitale, collegato in teleconferenza con l'aula bunker di Rebibbia, è cominciato questa mattina e dovrebbe durare almeno due udienze.

Seguendo le domande dell'avvocato Ippolita Naso, Carminati ha ripercorso prima di tutto le accuse relative alla presunta fuga di notizie che gli avrebbe permesso di sapere che era indagato:
«Io sono sempre stato sotto controllo delle forze dell'ordine, avevo visto che mi pedinavano e conseguentemente immaginavo che mi avessero messo il cellulare sotto controllo. Io ho un'occhio solo ma ci vedo bene - ironizza - Verso la metà del 2011, dopo una perquisizione che avevo subito da parte del dottor Minisci, nel momento dell'affidamento ai servizi sociali ero continuamente sotto osservazione. Poi ho notato che i controlli sono ripresi. Mi pedinavano, mi fotografavano, qualche volta ho provato a parlare con gli agenti che mi seguivano ma quelli scappavano o non rispondevano».

Nel suo intervento, Carminati ripercorre e cita più volte quelli che considera
«gli amici degli anni 70», che non si sono mai vergognati di avere rapporti con lui e che l'avrebbero aiutato ad entrare in affari in particolare con Salvatore Buzzi: «Sono un vecchio fascista degli anni 70 e sono contentissimo di essere quello che sono, non ho nulla da nascondere o da ripensare», dice. Nessun rapporto con il sindaco di allora Gianni Alemanno che più volte evita di chiamare per nome: «Non ho nessuna stima o rispetto per lui e non lo conosco. Siamo stati in carcere nello stesso periodo è vero ma non ci conosciamo. Lui era una destra istituzionale, non ci mettevano vicini».

Nega  di aver mai minacciato Riccardo Mancini ex ad di ente Eur: "Mai avrei potuto minacciare Riccardo Mancini, siamo amici", dice Massimo Carminati: "Io penso che Alemanno l'aveva scaricato - aggiunge - Il sindaco lo sacrifica, e lui si fa fregare dal sindaco, questa è la nostra percezione dell'inchiesta sulla Breda Menarini Bus nella quale fu coinvolto Mancini. Ma di certo a me della Breda Menarini Bus non me ne poteva fregare niente"

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