Di Maio e la chat con la Raggi su Marra: «Non può restare». Grillo: «Giornalismo killer»

Di Maio e la chat con la Raggi su Marra: «Non può restare». Grillo: «Giornalismo killer»
di Silvio Gentile
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Martedì 14 Febbraio 2017, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 20:20

ROMA Scoppia una nuova bufera sulla nomina di Raffaele Marra e sulle discussioni che avvennero all'interno del Movimento cinque stelle la scorsa estate. Uno scontro talmente forte da costringere a scendere in campo lo stesso leader del movimento, Beppe Grillo. Ieri mattina, la notizia di una chat del 10 agosto 2016 in cui Luigi Di Maio, scrivendo a Virginia Raggi, definisce «un servitore dello Stato» Raffaele Marra, campeggia su tre grandi quotidiani innescando, immediata e rabbiosa, la reazione del Movimento. Da Beppe Grillo a Davide Casaleggio fino all'ala più lontana dal vice presidente della Camera, quella ortodossa, piovono parole di solidarietà per Di Maio e attacchi feroci verso una stampa che - questo il titolo del post di Grillo - fa «killeraggio» contro i pentastellati. Con un obiettivo, è il j'accuse dell'ex comico: prestare il fianco agli altri partiti per frenare il Movimento.

IL MESSAGGIO
La chat a cui si fa riferimento risale a circa un mese dopo l'ormai celebre incontro tra Di Maio e Marra. Di Maio invia a Virginia Raggi un lungo messaggio con il quale in parte la rassicura sulla necessità di aspettare notizie dalla procura di Roma e dice un no tutt'altro che netto sul mantenere Marra all'interno del gabinetto del sindaco. Per il clima in cui i cinque stelle vivono quei giorni, non è certo una defenestrazione. Beppe Grillo, scrivono i giornali di allora, ha già detto più volte che vuole che Marra sia allontanato. Una settimana prima di quei messaggini, all'inizio di agosto, i vertici dei cinque stelle si sono visti a cena con la Raggi e le hanno chiesto ulteriormente di fare in modo che l'ex finanziere lasci il suo incarico. Nonostante ciò, Di Maio media e promette al sindaco che nulla si muoverà prima di una risposta chiara da parte del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone.

LA PROCURA
Anche questo passaggio, ieri, è stato oggetto di polemica, tanto che il procuratore capo in persona è stato costretto ad intervenire con un comunicato: «Con riferimento all'interrogazione parlamentare del senatore Gasparri preciso che, come ovvio, la procura di Roma non ha dato alcuna notizia coperta da segreto investigativo», ha scritto. «La Procura - ha aggiunto Pignatone - ha comunicato nel corso del tempo al comune di Roma Capitale, su richiesta del commissario straordinario, prefetto Francesco Paolo Tronca, e del sindaco, Virginia Raggi, come anche ad altri enti pubblici su loro richiesta, informazioni su atti e procedimenti non coperti da segreto investigativo ai sensi dell'articolo 116 cpp».

IL BLOG
Il blog di Grillo, invece, pubblica la chat a corredo dell'ennesimo attacco alla stampa e in particolare ai tre quotidiani che riportavano la notizia: Repubblica, Corsera, Messaggero. «Quello che hanno scritto è falso, fuorviante e non verificato. La misura è colma», tuona Grillo, mentre Di Maio conferma di aver incontrato Marra per allontanarlo e incalza: «Non mi faccio intimidire da nessuno, i direttori si scusino» e aggiunge che non ha mai definito Marra come «dei suoi». Quei direttori sui quali l'esponente M5S affonda: «Da parte dell'informazione o da parte di qualche partito che vuole fermarci?». Parole che, da Roberto Fico a Carla Ruocco, trovano anche l'ala ortodossa in un'inedita convergenza. Pronta anche la controreplica dei quotidiani coinvolti. «Grillo attacca con una propaganda delirante», scrive La Repubblica mentre il Corsera nega qualsiasi omissione e reputa «infondate» le accuse del M5S. «Accuse smentite dai fatti», sottolinea Il Messaggero.

LE REAZIONI
La sindaca, pur chiamata in causa, non interviene nel giorno in cui, tra l'altro, l'assessore all'urbanistica Paolo Berdini lascia il Campidoglio con un velenosissimo addio. Neppure il Pd prende la parola. A schierarsi è solo la consigliera dem del Campidoglio Valeria Baglio: «Aveva detto di essersi opposto a Marra. Oggi si scopre che per Di Maio Marra era servitore dello Stato. La verità per M5S solo nelle chat», scrive su twitter.

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