Europa, l'onda del contagio che minaccia l'Unione

Europa, l'onda del contagio che minaccia l'Unione
di Marco Ventura
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Lunedì 6 Febbraio 2017, 08:14
ROMA «Il tappo è saltato. Una volta fuori, il genio della bottiglia non ci rientra». L'immagine è di Geert Wilders, rampante leader del Partito della Libertà olandese che il prossimo 15 marzo, cavalcando le parole d'ordine euroscettiche e populiste, potrebbe conquistare il governo di uno dei Paesi più civili e liberali d'Europa. In aprile toccherà alla Francia saggiare la forza di Marine Le Pen e del suo Front National all'assalto dell'Eliseo. E poi ad Angela Merkel difendersi dall'ascesa alla sua destra dell'AfD (Alternativa per la Germania) di Frauke Petri, rivelazione nel panorama della politica teutonica ancorata fino a ieri ai blocchi di Cdu e socialisti.

E si tratta solo delle punte di un iceberg che minaccia la stabilità dell'Europa e prelude forse a un'implosione favorita da due recenti consultazioni-choc: il Sì dei britannici alla Brexit - l'uscita dall'Unione che ha riscritto la mappa del potere nel Regno Unito e condannato David Cameron al ritiro - e il trionfo americano di Donald Trump, protezionista tanto in economia come nella gestione delle frontiere, nemico giurato della globalizzazione a favore di una politica nazionalista di accordi bilaterali.

LA MAPPA
In Europa i partiti populisti che spingono verso la disarticolazione di trattati e istituzioni comunitarie sono indicati come Esp in un rapporto della Fondazione David Hume, che ne ha illustrato la distribuzione geopolitica. Con un paio di osservazioni di fondo: la prima è che le formazioni Esp attecchiscono a destra (con una sottolineatura delle paure legate all'immigrazione clandestina) e a sinistra (prevalentemente come critica dell'austerity e polemica verso la casta), anche se poi destra e sinistra spesso parlano la stessa lingua. Ma c'è una differenza tra Marine Le Pen, campionessa della tradizione sovranista francese, e la sinistra greca del premier Tsipras (Syriza), in teoria non ostile all'Unione europea ma fautore di una sua riforma radicale.

È la differenza che passa tra euroscettici e euro-critici, poli tra i quali oscilla il pendolo della propaganda anche all'interno di uno stesso partito (vedi in Italia il Movimento 5 Stelle). Altro elemento: il populismo attraversa tutto il continente, a Nord come a Sud, a Est come a Ovest, salvo una striscia centrale di convinto europeismo con capitale Bruxelles e Stato-emblema a Est nella Romania. Infine, tutti questi partiti sono rappresentati da figure più o meno carismatiche in virtù di un linguaggio semplice. Alla Wilders: «Questo sarà l'anno del popolo, l'anno in cui la voce del popolo troverà finalmente ascolto». Gli Esp possono contare anche su appoggi esterni, dalla Russia di Putin ai nuovi Stati Uniti di The Donald.

I CONTATTI
Un eurodeputato su tre appartiene al fronte euroscettico o eurocritico che in molti Paesi ha fatto registrare in questi anni exploit elettorali, come in Francia con Marine Le Pen che ha quadruplicato i consensi fra il 2009 e il 2014, mentre in Gran Bretagna la spinta verso la Brexit dell'Ukip di Nigel Farage ha contagiato oltre metà dell'elettorato pur non ottenendo successi clamorosi in proprio. In Europa si va dai già citati Front National in Francia all'AfD in Germania, dalla sinistra Podemos di Pablo Iglesias in Spagna, che ha raccolto i voti degli Indignados, al Partito della Libertà nei Paesi Bassi, dal Partito del Popolo danese il cui slogan è Meno Europa, più Danimarca (affiancato dal Movimento popolare contro la Ue), ai Veri Finlandesi e, sempre in Finlandia, all'eurocritica Alleanza di Sinistra.
Un terzo dei voti in Svezia ha matrice populista, con il Partito dei democratici svedese e un paio di gruppi di sinistra. I populisti si aggirano attorno al 50 per cento dei voti (o lo superano) in Ungheria, Irlanda, Grecia e Bulgaria. Il leader del populismo di destra euroscettico dell'Est è l'ungherese Orban con il suo Fidesz (e alla sua destra Jobbik), con una sponda significativa in Austria nel Partito della Libertà che per un soffio non ha portato Norbert Hofer alla presidenza. Sponda anche in Polonia nel partito al potere, Legge e Giustizia. In Portogallo l'euroscetticismo è rosso (Partito comunista e Blocco di sinistra), mentre in Italia si ripropone la tenaglia destra-sinistra con la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.