Raggi, si aggrava l’accusa di falso. Il giallo dei due titoli da 33mila euro

Raggi, si aggrava l’accusa di falso. Il giallo dei due titoli da 33mila euro
di Valentina Errante e Sara Menafra
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Sabato 4 Febbraio 2017, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 09:27

Un interrogatorio lungo e sofferto, interrotto più volte, nel corso del quale il sindaco di Roma Virginia Raggi è andata spesso in difficoltà, anche con qualche crollo emotivo(«La chat dimostra che non volevo dare un ingiusto vantaggio a Renato»). Alla fine non ha convinto e, sull’elemento più delicato delle contestazioni che i pm Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio le hanno mosso per otto lunghe ore, il falso in atto pubblico, è stata costretta a promettere agli inquirenti una memoria scritta per chiarire.

LA MAIL SOSPETTA
C’è almeno un punto che rimane oscuro nella lunga ricostruzione in cui il sindaco ha tentato di spiegare come e perché abbia scelto proprio Renato Marra, fratello di Raffaele, per l’incarico di capo del dipartimento Turismo. E che ora rischia di aggravare la sua posizione in relazione al falso in atto pubblico, il reato più grave di cui risponde il sindaco (con relative conseguenze in relazione, soprattutto, al codice etico grillino): la mail, firmata dall’assessore al Turismo Adriano Meloni. Perché in quel testo, inviato al capo del personale Antonio De Santis, Raffaele Marra e la stessa Raggi, Meloni ringrazia per il «vostro» suggerimento. Circostanza che smentisce le parole del sindaco: «Quello che conta, alla fine , è che abbia fatto tutto io», ha detto più volte, e invece dagli atti risulta che l’intero gruppo, e non la sola sindaca, abbia individuato in Renato Marra, come candidato ideale per quel ruolo. Poco chiare anche le spiegazioni sulle procedure di selezione. Ai pm la Raggi ha detto che non era necessaria una selezione dei curricula, una dichiarazione opposta rispetto a quella resa all’autorità Anticorruzione del Campidoglio, chiamata a rispondere ai rilievi dell’Anac su quella nomina sospetta. La valutazione è stata fatta dalle «strutture competenti», aveva precisato il sindaco. E nelle carte sequestrate dalla Squadra mobile ci sono sei curricula di candidai che potrebbero non essere stati neppure valutati. 

IL RAGGIO MAGICO
L’interrogatorio, centrato sull’accusa di abuso d’ufficio, è partito dalla ricostruzione di come sia nato il gruppo che ha portato all’elezione di Virginia Raggi. Lei e Daniele Frongia stringono un patto di alleanza durante la scorsa consiliatura e nel 2013, Salvatore Romeo diventa un militante sempre più attivo del gruppo. E’ lui a presentare agli altri il «capo» del suo ufficio, Raffaele Marra. L’intesa è immediata: Marra aiuta Frongia nel ruolo di capo della commissione Spending review ed è la fonte principale dei documenti contenuti nel libro “Io pago”. Non a caso, la stessa Raggi coi pm a verbale ha detto: «E’ l’uomo che mi apriva le porte della macchina comunale». 

MARRA DAI PM
Un rapporto fiduciario che, stando alla sua versione, si sarebbe rotto quando la stessa Raggi ha scoperto che la promozione per il fratello di Marra comportava un aumento di stipendio di 20mila euro. «Fino a quel momento non lo sapevo», ha detto ai pm anche se i pm le hanno contestato gli screenshot che Marra confezionava per lei - inviati anche questi via chat - in cui le mostrava le pagine del regolamento comunale in cui si diceva chiaramente che Renato, cambiando ufficio, avrebbe anche cambiato “fascia” contrattuale, e dunque stipendio. 
Proprio in relazione all’accusa di abuso d’ufficio di cui rispondono entrambi, il dirigente ora in carcere per corruzione dovrebbe essere sentito all’inizio della prossima settimana. E non è detto che abbia intenzione di confermare la versione dei fatti data dal sindaco. Resta ancora tutta da chiarire anche la storia del dossier contro Marcello De Vito. Raggi ha detto ai pm di non sapere chi l’avesse confezionato e di non aver mai letto il parere legale che Daniele Frongia sventolava contro l’allora capogruppo accusandolo di aver abusato del proprio ruolo. Proprio Frongia, a questo punto, sembra essere il prossimo destinato a varcare il portone di piazzale Clodio per dare la propria versione.

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