I DISAGI
Quella dell'apertura pomeridiana degli sportelli era stata la novità più evidente del nuovo corso, consentendo a tanti romani di poter ottenere documenti anche nelle ore pomeridiane, evitando di dover prendere permessi al lavoro per un certificato. La riduzione dell'orario - adesso il venerdì si chiude improrogabilmente alle 14 - ha già prodotto i primi disagi per i cittadini: ieri pomeriggio sono stati in tanti, soprattutto all'Anagrafe centrale di via Petroselli, a trovarsi di fronte l'ingresso sbarrato degli uffici. Alcuni di questi avevano addirittura prenotato l'appuntamento sul sito web, ma le proteste non hanno sortito risultati.
IL PROVVEDIMENTO
A disporre il nuovo orario è una determina firmata dal nuovo direttore del dipartimento Personale di Palazzo Senatorio, Angelo Ottavianelli, che parla di «vantaggi organizzativi derivanti dall'iniziativa». Secondo il Campidoglio, infatti, la novità produrrebbe una «più agevole preparazione dei turni di servizio» e la «possibilità di espletare efficacemente le attività di back office». Tradotto: ci saranno meno persone in servizio il venerdì pomeriggio, e questi non lavoreranno a contatto con il pubblico. A sostegno di questa decisione, nel documento si sottolineano «l'assenza di segnalazioni di disservizi» durante la sperimentazione natalizia e «il minimo accesso agli sportelli» in quegli orari.
LA DELIBERA
Peccato che gli orari di apertura prolungata degli sportelli al pubblico dalle 8,30 alle 18.30 (compreso il venerdì pomeriggio) fossero stati espressamente inseriti nella delibera 236 del 1° agosto 2014, attualmente in vigore, con cui la giunta Marino aveva avviato la riforma del contratto collettivo decentrato per i dipendenti capitolini, che viene così formalmente disattesa. La modifica, a quanto pare, nasce dall'avvio di una nuova trattativa tra l'amministrazione comunale e i sindacati di categoria, con l'Usb che annuncia «fase di assemblee sindacali rivolto al personale dei settori amministrativo, sociale e tecnico, per portare all'attenzione di tutto il personale le proposte contrattuali per migliorare le condizioni di lavoro e per il recupero della parte salariale e dei diritti cancellati dall'atto unilaterale». Anche i pochi passi avanti fatti in questi anni sulla strada della riforma, insomma, sono adesso a forte rischio.