Raggi e l'incubo di un avviso per il caso dell'altro Marra

Renato Marra
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
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Sabato 17 Dicembre 2016, 08:26
L'incubo di Virginia Raggi, sconvolta ieri dall'arresto del suo fedelissimo, adesso è che le inchieste possano coinvolgere lei direttamente per quelle nomine azzardate. Sotto accusa gli incarichi a Salvatore Romeo, Carla Raineri ma soprattutto a Renato Marra, ex vice comandante dei vigili promosso a capo della neonata direzione del Turismo del Comune, con tanto di firma del fratello Raffaele. È il vero campo minato, dopo la presa di posizione dell'Anticorruzione e la contromossa della Raggi che, pur di difendere il suo braccio destro da un conflitto di interesse, si è intestata la paternità di quella nomina, con tanto di memoria indirizzata a Raffaele Cantone, un dossier presto trasmesso alla procura di Roma. Un tentativo ingenuo che non sana certo l'illegittimità ma, piuttosto, espone il sindaco dal punto di vista penale.

Dopo le acquisizioni documentali dei giorni scorsi in Campidoglio, ieri i pm sono passati al secondo step dell'inchiesta sulle nomine irregolari di funzionari e dirigenti capitolini, proposte e siglate dalla prima cittadina pentastellata. Per quasi quattro ore, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio hanno ascoltato l'ex capo dell'Avvocatura del Campidoglio, Rodolfo Murra, protagonista di un confronto al vetriolo con la Raggi a proposito della promozione - con considerevole aumento di stipendio - di Salvatore Romeo. Murra ha confermato di avere subito pressioni.

IL PARERE
Sotto accusa il trattamento economico di Carla Raineri, ex vice capo di Gabinetto del sindaco, assunta con una retribuzione di 193mila euro all'anno bocciata dall'Anticorruzione. Quindi il caso Romeo, fedelissimo della Raggi e Romeo si mette in aspettativa dal ruolo di responsabile per le attività di controllo delle partecipate del Comune quando Raggi viene eletta. Torna in Campidoglio il 9 agosto in applicazione dell'articolo 90 del Testo unico degli enti locali. Il suo compenso lordo sale da 39mila euro annui a 120mila. La cifra viene poi ridimensionata a 93mila. La nomina viene presentata in Giunta il 9 agosto, «senza essere prima passata al vaglio del gabinetto», sostiene Carla Raineri, che è andata via sbattendo la porta e ha presentato un esposto in procura. Il contratto di Romeo è stato inoltre inserito all'interno di un più vasta delibera, contenente altre due posizioni. Il suo l'emolumento non è stato esplicitato. «Ciò non ha indotto gli assessori a una particolare attenzione - si legge nella denuncia - in realtà Romeo acquisiva funzioni dirigenziali mai ricoperte».

L'articolo 90 prevede infatti la nomina di un esterno, non di un dipendente del Comune. A quel punto, la Raggi si rivolge a Murra. Anche lui dà parere negativo, senza metterlo per iscritto. Passa qualche giorno, e la sindaca lo convoca di nuovo nel suo ufficio. Lo aspettano in stanza lei, Romeo, e una giovane penalista. Mostrano al capo dell'Avvocatura un parere del 2010, firmato da un legale del Campidoglio, con cui si risolse un caso simile a quello di Romeo. Tentano di convincere l'avvocato a scrivere un atto favorevole, ma lui si rifiuta. «Un ulteriore tentativo di condurre Murra ad avallare il suo intendimento - continua la Raineri - Raggi lo fece anche in limine a una seduta di giunta. E con tanta foga che i presenti rimasero sconcertati». Nel frattempo viene chiesto un ulteriore parere al professore di diritto amministrativo Aristide Police. Pure lui sottolinea l'irregolarità della procedura.

IL FRATELLO DI MARRA
L'altra preoccupazione riguarda l'incarico al fratello di Raffaele Marra, bocciato dall'Anac di Raffaele Cantone. Il conflitto d'interessi è ora al vaglio dei magistrati: secondo un esposto del sindacato dei dirigenti regionali, il 9 novembre Marra junior avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricolloca il congiunto, già vicecomandante dei vigili, alla direzione Turismo del Comune, con tanto di aumento di stipendio: circa 20mila euro in più in busta paga. La questione potrebbe travolgere direttamente la prima cittadina, che si è intestata la paternità dell'atto, sostenendo che il fedelissimo Marra si fosse solo limitato a una controfirma. L'ha dichiarato addirittura in una memoria difensiva siglata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosa Turchi, e inviata all'Anac nei giorni scorsi. Quel documento, ora, potrebbe trasformarsi in un boomerang per la prima cittadina. Soprattutto se emergesse una falsa dichiarazione. Nell'atto c'è infatti scritto che la Raggi, da sola, si sarebbe occupata dell'analisi dei curricula dei dirigenti: 1500 pagine di schede e documenti. Un lavoro certosino, compiuto tra il 28 ottobre e il 9 novembre. Nello stesso periodo - di soli 12 giorni - la sindaca è anche volata in Polonia per il viaggio della Memoria.

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