Roma, quella cena segreta con Grillo: «Virginia, chi sono questi?»

Roma, quella cena segreta con Grillo: «Virginia, chi sono questi?»
di Simone Canettieri
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Venerdì 16 Dicembre 2016, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 17:14
«Virginia, dai, parla ti ascoltiamo, ma ora ci spieghi bene chi sono questi». Mercoledì sera, Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono usciti dalla riunione congiunta con i parlamentari. Hanno un appuntamento a cena con la «signora» - come la chiama il comico - che governa il Campidoglio. L'incontro è ristretto e segreto. Raggi è chiamata «a rapporto» dai vertici del M5S. L'ultimo «trilaterale», che i critici grillini chiamano «processo», si era celebrato lo scorso 25 settembre nella saletta di un hotel a Palermo, prima di salire sul palco della festa.

Adesso tante di quelle questioni affrontate due mesi e mezzo fa sono scoppiate: Paola Muraro ha ricevuto un avviso di garanzia e si è fatta da parte, la polizia giudiziaria ha bussato in Campidoglio per le nomine. «Ecco, poi oggi è successo anche questo, Beppe», dice Raggi guardando negli occhi Grillo, con Casaleggio junior di lato e silente come sempre.

Il «questo» appunto è l'inchiesta della Procura appena partita sullo staff della sindaca, da Salvatore Romeo a Raffaele Marra. Nomi che i due Garanti grillini hanno imparato a conoscere sicuramente dai giornali. Così come quello di Muraro. «Ecco, ma ci vuoi spiegare chi sono queste persone una volta per tutte?». Alla cena c'è anche Rocco Casalino, perché la scusa sarebbe come sempre parlare di comunicazione, ma il menù alla fine è differente. «Un atto dovuto». «Sarà una bolla di sapone». «Tutto nasce da un esposto».

Sono questi i concetti che la sindaca ripete con il piglio dell'avvocato. La cena finisce a tarda notte, quando Grillo e Casaleggio rientrano al Forum. Ed è la dimostrazione che l'uscita pubblica del leader su Muraro è «un problema del Campidoglio» in verità si legge al contrario: tutto ciò che accade a Roma, «dove non riusciamo ancora a dare un'impronta», fa sbalzare il corpo del M5S impegnato nella lunga maratona verso le elezioni.

IL RISVEGLIO
La riprova ieri mattina quando il blitz della polizia giudiziaria in Campidoglio - anticipato da Il Messaggero - diventa di dominio pubblico. La sindaca, stranamente loquace in conferenza stampa, si difende sull'inchiesta e twitta: «Perquisizioni? Nulla da nascondere. Messo a disposizione i documenti richiesti in assoluta serenità». Anche qui c'è un altro cortocircuito con la casa madre. Perché proprio Grillo in serata scriverà un post contro la «bufala delle perquisizioni» che in realtà «sono acquisizioni di atti».

Beppe ha smentito anche Virginia. Sfumature da legulei? Può darsi, ma che raccontano il clima che si respira dentro al M5S. Dove i realisti si scontrano con gli ortodossi. Dove ieri sera più di un parlamentare romano, e di peso, continuava a sperare che «le strade del Campidoglio e quelle del M5S si dividano il prima possibile, tanto sono due cose diverse e ormai ci facciamo solo del male». Il sogno proibito: il ritiro del simbolo. «Ma ormai è troppo tardi, purtroppo».

I TIMORI
Questa volta la sensazione comune tra i parlamentari è che la nuova inchiesta, che si aggiunge a quella sulla Muraro, possa fare da detonatore. Rocco Casalino ha dato mandato di non rilasciare interviste su Roma. Perché la situazione è in evoluzione, e anche le difese di maniera potrebbero essere rischiose. Boomerang. Solo Luigi Di Maio, al corrente della cena segreta della sera prima, rilancia il post di Beppe Grillo.

Gli alti componenti del direttorio e del fu mini direttorio romano tacciono. Roberta Lombardi, che sulle nomine di Marra e Romeo, ha a più riprese attaccato il Campidoglio si limita a commentare «aspettiamo». Che significa? La notte è ancora lunga, e forse di cene come quelle di mercoledì ne serviranno di nuove. Magari per decisioni, o meglio strappi, ben più importanti.
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