Roma, per i cittadini servizi pubblici lontani dalla sufficienza

Roma, per i cittadini servizi pubblici lontani dalla sufficienza
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Dicembre 2016, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 02:14

Il sogno di Alberto Sordi - simbolicamente sindaco di Roma per un giorno in occasione dei suoi 80 anni - era quello di trasformare la Capitale in un grande «salotto da attraversare in punta di piedi». Di quest’ambizioni oggi, restano soltanto le parole. Perché molteplici sono i servizi della città - dai trasporti ai rifiuti - che ancora non raggiungono adeguati livelli di sufficienza. Lo fotografa l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali che ha presentato in Campidoglio la relazione annuale relativa al 2016. Quello che decretano i romani è un giudizio fortemente negativo. La sufficienza non viene raggiunta in molti settori.

ECCO IL DOSSIER

Rifiuti. A cominciare dall’igiene della città. Nonostante le tariffe romane siano tra le più alte d’Italia (La Capitale è seconda dopo Napoli), il voto sulla raccolta dei rifiuti non supera il 4,2. Aumentano le segnalazioni sui disservizi, in media 480 quelle giornaliere (+160% dal 2010 al 2015) mentre diminuiscono nell’arco di un decennio (2005 - 2015) gli investimenti. La percezione della pulizia delle strade dal 2011 ad oggi ha subito un contraccolpo e il voto è di 3,3.

Trasporti. Non va meglio sul versante dei trasporti pubblici sia per quanto riguarda il servizio erogato che per la percezione da parte degli utenti. Dal 2006 al 2015 l’offerta complessiva è diminuita di 13 milioni di vetture al chilometro. Deludenti le performance per la mobilità ecosostenibile. L’offerta in questo caso per filobus e bus è diminuita del 70% e del 31% per i tram mentre i bus elettrici pare siano completamente scomparsi. Di contro è invece aumentato del 419% l’uso di mezzi a metano.  Ancora: i mezzi rimangono troppo vecchi (33 anni l’età media dei tram) e il rapporto tra guasti giornalieri e uscite garantite resta è del 27% (nel 2006 non superava il 10%). Inoltre i ricavi tariffari non vengono sufficientemente destinati ai costi del servizio. Al 2015 la quota si fermava al 30% (a Parigi supera il 70%) nonostante il decreto Burlano imponga almeno il riutilizzo del 35% dei ricavi. E questo soprattutto per l’altissima evasione dei titoli di viaggio per cui Roma, suo malgrado, vanta un primato quasi unico a livello europeo. Passando ai reclami: gli utenti hanno solleciato diverse anomalie con un aumento del 23% dal 2010 al 2015. Su un totale di 12.938 segnalazioni, raccolte lo scorso anno, 3.446 hanno riguardato la scarsa regolarità dei mezzi. Ed ecco quindi che la qualità erogata da Atac e censita solo tra l’agosto e il dicembre del 2015 non va oltre il 46,7%. Analoga bocciatura riguarda poi la cura del verde cittadini e la percezione che i romani hanno degli spazi all'aria aperta in città.

Aree verdi. L’89% del verde cittadino è gestito in economia nonostante negli ultimi 20 anni proprio il verde pubblico sia aumentato del 35%. La spesa per la manutenzione si è notevolmente ridotta poi in soli due anni, passando dai 5,2 milioni di euro del 2013 al milione 200mila euro del 2015. Mancano inoltre i giardinieri: 295 quelli censiti al 2015 di contro i 1.200 del 1995 (-75% in 20 anni).

Turismo. Gli unici settori che in qualche modo arginano questa bocciatura riguardano l’illuminazione ma anche la cultura e il turismo.

Dei 14 milioni di turisti arrivati nella Capitale il 58% è stato spinto da motivi puramente culturali: visita dei siti archeologici o delle mostre romane. E’ così che il Colosseo - non gestito da Roma Capitale - ha vantato 6,6 milioni di visitatori lo scorso anno, piazzandosi al secondo posto dopo la Muraglia cinese tra il luoghi più visitati al mondo.  Vanno bene anche i Musei Vaticani (6 milioni di turisti) e Castel Sant’Angelo (un milione). Leggermente più basso il trend raggiunto dai siti culturali a diretta gestione di Roma Capitale. I Musei capitolini hanno segnato 455mila visitatori, le Scuderie del Quirinale (destinate a tornare in capo al Mibact) 282mila, i Mercati di Traiano 274mila, l’Ara Pacis 218mila e il Palazzo delle Esposizioni 179mila. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA