Un’opera data come proveniente con ogni probabilità dal più antico fondo collezionistico mediceo , e che dovrebbe rappresentare un paesaggio fluviale come ha affermato fino ad oggi il direttore degli Uffici Eike Sch: «Un disegno caratterizzato da due promontori scoscesi, punteggiati da castelli e da altri segni della presenza umana, con alberi, cespugli e in lontananza campi coltivati, molto somigliante al paesaggio appunto del Valdarno».
«Il famoso Paesaggio degli Uffizi” – sottolinea ancora Schmidt, durante ad un'intervista fatta ad nell'agosto scorso in vista di una mostra che si dovrebbe tenere a Vinci – talmente celebrato da essere comunemente ricordato con il suo numero di inventario (8P recto), può considerarsi tra i primi paesaggi autonomi nel disegno occidentale, e costituisce la più precoce testimonianza grafica dell’artista».
Ma per Tomio il castello ritratto nella parte sinistra è quello di Papigno disegnato in maniera perfettamente identica all’originale del tempo. Cosà che dimostrerà insieme a Sgarbi andando proprio nello stesso punto dove Leonardo Da Vinci avrebbe creato la sua opera. In più altri indizi come l’amicizia con Piermatteo d’Amelia e le sue vacanze di lavoro in Umbria.
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