«Tutte e tre le palazzine - spiega lo stesso legale in una nota - erano state costruite da enti pubblici: due erano le palazzine gemelle (ex Ater) costruite, intorno agli anni Settanta, dall'Istituto autonomo casa popolari di Rieti. L'altra palazzina era stata costruita con fondi statali con Gestione Ina Casa. Lascia sconcertati il fatto che gli edifici vicini, di proprietà esclusivamente privata, costruiti anche in epoca antecedente a queste palazzine, anche se danneggiati, sono ancora in piedi e in essi non sono state registrate vittime. Come osservano tutti i tecnici consultati - prosegue il legale - sarebbero dovuti crollare tutti».
«In realtà - prosegue l'avvocato Della Vigna -, è ragionevole dubitare che il discrimine tra edifici ex Ater o Ina Casa crollati e edifici privati rimasti in piedi non è rappresentato dalla severità del terremoto, bensì potrebbe derivare dai vizi progettuali, dalle carenze costruttive, dagli errati interventi di manutenzione che possono caratterizzare in negativo gli edifici pubblici. Potrebbe, quindi, venire in evidenza che la costruzione di questi edifici probabilmente non era rispettosa dei coefficienti di sicurezza tanto da non poter essere considerato idoneo a sopportare alcun tipo di sollecitazione».
Per queste ragioni i familiari delle vittime delle tre palazzine collassate in piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice hanno incaricato l'avvocato Della Vigna di presentare degli esposti e denuncie-querele alla Procura della Repubblica di Rieti affinché si accerti «la valutazione circa la vulnerabilità genetica di ciascun manufatto, i possibili aggravamenti delle condizioni di dissesto statico nel corso degli anni, a seguito di interventi straordinari eseguiti avuto riguardo al rispetto delle norme antisismiche e di sicurezza, i controlli e le vigilanze eseguiti». Il legale dei familiari delle vittime di piazza Sagnotti ha annunciato inoltre che «si stanno svolgendo indagini difensive con la collaborazione di consulenti di parte, che metteranno le loro conoscenze a disposizione della Procura».
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