L'Elefantino del Bernini mutilato: nuovo sfregio a Roma

L'Elefantino del Bernini mutilato: nuovo sfregio a Roma
di Laura Larcan e Maria Lombardi
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Martedì 15 Novembre 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 08:58

«Ma li hanno presi questi delinquenti?». Si va ai piedi dell'Elefantino per fotografare lo sfregio e indignarsi, per inquadrare il marmo ferito e maledire i vandali di piazza della Minerva. La statua del Bernini è mutilata, manca un pezzo della zanna sinistra e adesso si cerca di capire cosa è successo nella notte tra domenica e lunedì. La mattina dopo lo scempio è un pellegrinaggio di turisti e romani al monumento restaurato quattro anni fa e già offeso dai barbari, l'ennesimo oltraggio ai tesori di Roma.

 

Sono state due turiste spagnole ad accorgersi del pezzo di marmo a terra, è bastato alzare gli occhi per rendersi conto da dove era caduto. Hanno avvisato i vigili urbani ed è scattato l'allarme. I funzionari della sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali ieri mattina hanno effettuato un sopralluogo nella piazza. La parte venuta giù non è originale, si tratta di «una integrazione in malta della punta della zanna sinistra dell'elefantino già riscontrata nel corso del restauro del 1977», spiegano gli esperti. È a forma di cono, misura 12 cm di lunghezza e ha un diametro tra i 7 e gli 8 cm alla base. Entrambe le zanne sono state ritoccate .

«Abbiamo osservato questa integrazione durante la ripulitura e il restauro del monumento tra il 2011 e il 2012 - racconta Gisella Capponi, direttrice dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro - l'abbiamo lasciata così come era perché ben salda all'opera. In ogni caso, non può essere caduta da sola». La punta della zanna staccata è stata posta sotto sequestro dalla polizia municipale di Roma Capitale. Quando gli uffici della sovrintendenza potranno averla verificheranno «lo stato conservativo della zanna nel punto di frattura» e poi la riattaccheranno. Il costo dell'intervento sarà tra i 1.500 e i 2.500, durerà due o tre giorni. «È una ferita per tutti i romani», commenta la sindaca Raggi. «Stiamo ricostruendo la dinamica dell'accaduto per capire se si è trattato di un atto vandalico».

LE INDAGINI
Come è stato sfregiato l'elefantino? Se il pezzo non può essersi staccato da solo, come dice la Capponi (che ha offerto al sovrintendente Presicce l'aiuto per il restauro), non possono essere stati che vandali. Probabile che qualcuno si sia arrampicato sulla statua del Bernini, e afferrandosi alla zanna l'abbia spezzata. Non ci sono testimoni ma le telecamere installate sulla facciata della Biblioteca del Senato potrebbero aver ripreso la scena. Due sono fisse e inquadrano l'entrata dell'edificio, difficile che abbiano registrato i movimento dei balordi. La terza invece è girevole e può aver catturato immagini utili alle indagini avviate per danneggiamento. Il comando della polizia municipale ha chiesto al Senato i video, solo oggi saranno consegnati e visionati. E allora si potrà forse scoprire qualcosa di più.

Il Grand hotel de La Minerve che si affaccia sulla piazza non ha telecamere esterne. «Il portiere di turno non ha visto e sentito nulla», spiegano in albergo. Nelle ore più desolate piazza della Minerva viene presa d'assalto da chi vaga nel centro di Roma in cerca di un angolo dove poter fare come gli pare. Bere e lasciare le bottiglie davanti alle vetrine dei negozi, fare la pipì sulle serrande, giocare a pallone, arrampicarsi sull'elefantino. «Salgono sulla statua per toccare il sedere all'elefante, dicono che porti fortuna», Michelle lavora nel negozio Schiunnach, lì davanti. Un gioco, un rito, la scalata alla scultura del Bernini. Povera piazza della Minerva, «abbandonata», protestano i commercianti. «Tutti i vigili al Pantheon e nessuno qui, può succedere qualsiasi cosa». Ed è successa. «Scemi», così li chiama l'edicolante, «salgono sulla statua per farsi le foto». Poi ecco che un pezzo viene giù.

LE POLEMICHE
Al convento dei frati Domenicani parlano di «un danno annunciato», hanno visto di tutto in quella piazza lasciata nell'ombra. Il presidente del municipio del centro storico Sabrina Alfonsi propone «telecamere per i monumenti». L'esercito a controllare il patrimonio d'arte, invoca il critico Vittorio Sgarbi. Proteggere i tesori di Roma con delle strutture? Impossibile per l'assessore alla Cultura Luca Bergamo, «vorrebbe dire sigillare la città».

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