Tentano di vendere il tesoro di Marcos: sotto processo per falso, «ma è tutto vero»

Tentano di vendere il tesoro di Marcos: sotto processo per falso, «ma è tutto vero»
di Silvana Cortignani
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Mercoledì 9 Novembre 2016, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 15:19
Bond argentini falsi, anzi no: indagati prosciolti, ma il dubbio e l’intrigo internazionale restano. Sono stati assolti dal gup Savina Poli due presunti falsari che quattro anni fa giravano per Viterbo con in macchina un tesoro, custodito in cassette di legno intarsiate d’oro risalenti agli anni ’30.

Si trattava di un miliardo e mezzo di dollari in bond statunitensi e di mille tonnellate d’oro in certificati di deposito, che la coppia avrebbe cercato di “cambiare” in moneta sonante, facendosi notare dalla guardia di finanza. Troppi per essere veri, secondo le fiamme gialle, che il 4 aprile 2012, nel dubbio, sequestrarono le cassette con tutto il contenuto al viterbese Andrea Cherchi, oggi 74enne, e all’orvietano Gianfranco Cott, 62 anni.

Per entrambi, il sostituto procuratore Fabrizio Tucci ha chiesto il rinvio a giudizio per contraffazione di denaro. Ma per il difensore di Cherchi, l’avvocato Franco Taurchini, quel miliardo e mezzo di dollari in bond statunitensi e quelle mille tonnellate d’oro in certificati di deposito non sarebbero stati falsi.

«Il mio assistito ha le prove dell’autenticità dei titoli, avuti da uno spagnolo incaricato di commercializzarli dalla vedova del dittatore Marcos, che aveva ritirato parte dell’eredità da una banca svizzera», ha ribadito davanti al gup. Una battaglia, considerato che il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro: «Sottolineando però che si tratta di “mera presunzione di falsità, derivante dall’ingente valore dei titoli», secondo il legale.

La spiegazione fornita al giudice ha il sapore del giallo internazionale: «C’è una sola perizia che dice che sono falsi, chiesta dalla procura all’ambasciata americana a Roma, che l’ha affidata a un esperto dei servizi segreti statunitensi. Assurdo, visto che si sa che il Tesoro statunitense non vuole pagare sostenendo che sono falsi, tanto che a New York, per gli stessi bond, è in corso una causa civile contro il governo. Non avrebbe mai potuto dire diversamente. E comunque, se sono falsi, il mio cliente è stato truffato». Adesso, dopo il proscioglimento, insistendo che i titoli sono autentici, Cherchi è pronto a farsi restituire l’ex corpo del reato, per presentare il conto agli Usa.
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