Calopresti, lo sfondo di Firenze in un film per ricordare Socrates

Calopresti, lo sfondo di Firenze in un film per ricordare Socrates
di Giacomo Perra
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Lunedì 14 Ottobre 2013, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 16:36
Un film per ricordare la vita di Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per tutti semplicemente Socrates. E’ questo il progetto a cui sta lavorando il regista Mimmo Calopresti, che, come riporato da “Il Corriere Fiorentino”, andr in Brasile per ricostruire la vicenda umana e professionale del calciatore morto a cinquantasette anni il 4 dicembre del 2011 per le conseguenze di un’infezione intestinale.





L’idea, stando a quanto raccontato dallo stesso Calopresti, autore di pellicole importanti quali “La seconda volta” e “Preferisco il rumore del mare”, è nata questa estate durante la Confederations Cup tenutasi proprio nel Paese sudamericano. Assistendo a Rio alle contestazioni per l’assegnazione del Mondiale al Brasile, il regista aveva notato che i manifestanti esibivano delle bandiere in cui venivano accostati i volti di Che Guevara e Socrates. Da lì, ecco nascere il proposito di girare un film sull’ex capitano dei verdeoro a Spagna ’82, più che un semplice sportivo, una figura a tutto tondo, stimato e apprezzato per le sue doti morali, oltre che tecniche, anche in Italia, dove giocò nella stagione 1984-85 con la maglia della Fiorentina.



La vita e la carriera

Laureato in medicina, anticonformista per vocazione, - come del resto il padre che gli diede il nome dopo aver letto “La Repubblica” di Platone -, uomo di sinistra e anticapitalista, Socrates è stato un personaggio dai mille volti. Come calciatore, esplose nel Corinthians dove, al di là della facilità negli inserimenti a rete, dell’ottima visione di gioco, anche se compassata, e dell’abilità nel colpire la palla col tacco, si fece notare per la sua enorme personalità, che gli valse anche la fascia di capitano, e per essere stato il perno di quella che verrà definita la stagione della “democrazia corinthiana”. Per due anni , a partire dal 1982, la squadra brasiliana si governò praticamente da sola, decidendo tramite votazioni dei giocatori formazione e qualsiasi altra scelta, un segnale politico importante in un periodo in cui la nazione del samba era sotto dittatura. La singolare esperienza terminò nel 1984 quando Socrates, dopo essere stato uno dei leader, in campo e fuori, della Seleçao al Mundial spagnolo, in cui segnò a Zoff nella mitica partita con l’Italia finita 3-2 per gli azzurri, si trasferì a Firenze, acquistato dalla società dei Pontello per circa 5 miliardi.



L'esperienza fiorentina



In Toscana non fu protagonista di un’annata particolarmente brillante, ostaggio del suo carattere difficile, delle difficoltà di ambientamento a un gioco più veloce rispetto al ritmo bailado cui era abituato e del vizio del bere, lo stesso che lo porterà alla morte. In Serie A così si fermerà per un solo campionato, lasciando comunque un ottimo ricordo nei tifosi fiorentini. Ed è anche delle memorie dei sostenitori viola che Calopresti si servirà per documentare la storia del barbuto calciatore, un vero e proprio gigante – lo era anche di statura, visto il suo metro e novantadue centimetri d’altezza - del mondo dello sport internazionale. Prima, però, come detto, il regista racconterà il Socrates brasiliano: saranno raccolte le testimonianze di ex compagni come Zico e Falcao e verranno mostrati i luoghi, dal paese natale al mitico stadio del Corinthians, in cui si dipanarono le vicende del “Filosofo”. La speranza di Calopresti è di presentare in anteprima nazionale la pellicola, che dovrebbe debuttare proprio in Brasile in corrispondenza dei Mondiali, a Firenze allo stadio Franchi.
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