Statuto M5S, alle 21 scade il termine per il voto on line: il quorum è lontano

Statuto M5S, alle 21 scade il termine per il voto on line: il quorum è lontano
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 08:37
Si chiama «quorum» la nuova grana M5s che Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono chiamati a risolvere. Scade infatti stasera alle 21 il termine per votare on line. Le votazioni da parte degli iscritti al Movimento chiamati a scegliere un nuovo regolamento interno disciplinare vanno a rilento e non sembra essere stato raggiunto un livello di voti ritenuto sufficiente per legittimare la votazione. La quale, oltretutto, è nel mirino dei dissidenti che ne contestano la validità giuridica e ora stanno anche raccogliendo fondi per avviare una «class action», o meglio un'azione giudiziaria collettiva contro le eventuali nuove determinazioni statutarie.

Grillo ha rivolto anche ora un ultimo appello a votare:  «Vi prego di andare. Anche se perdete dieci minuti, sono dieci minuti del vostro passo per un grande passo per l'umanità. L'aveva detto qualcun altro 'piccolo passo, grande passò. Noi è un piccolo momento per dare l'eternità al MoVimento 5 Stelle. Vi abbraccio tutti e andate a votare per l'aggiornamento del Non Statuto».

Che la situazione della mobilitazione elettorale sia preoccupante sembra essere dimostrato anche dagli appelli «last minute» al voto lanciati dal blog di Beppe Grillo e direttamente da Davide Casaleggio. Il numero due del Movimento suona una vera e propria chiamata alle urne e lancia l'allarme: il voto, dice, serve a difendere il Movimento dagli attacchi giudiziari e politici che gli arrivano. Attacchi che «si stanno intensificando e si intensificheranno sempre più mano mano che ci avvicineremo alle elezioni politiche e alla possibilità di governare questo Paese». Il corollario è semplice: «più saranno i votanti e meglio il Movimento potrà difendersi», spiega Casaleggio che pare rassicurare quanti si attardano ad esprimersi anche per il timore che si possa trattare di un voto inutile. «Stiamo facendo nuova giurisprudenza politica» azzarda Casaleggio che ricorda: «abbiamo già dimostrato che un movimento di democrazia diretta online fuori dallo schema partitico tradizionale può diventare prima forza politica del Paese».

Più delle guerre interne, sulle quali Beppe Grillo ha cercato di mettere pace incontrando, dopo aver visto Roberto Fico a Napoli, alcune delle esponenti della «fronda» ortodossa come Roberta Lombardi, Carla Ruocco e Paola Taverna, è dunque la questione regolamento che agita in questi giorni il Movimento. La pax interna sembra ritrovata anche in nome della mobilitazione sui tagli ai costi della politica, proposta di legge presentata proprio da una delle 'pasionariè del Movimento come la Lombardi. Alcuni di loro fanno infatti notare come siano «i fatti a parlare», come ad esempio l'intestazione di una delle «battaglie che contano davvero nel Movimento» come quella sui tagli dei costi della politica. «Il tempo sarà galantuomo» sospirano i riottosi.

Ma sulla faccenda Regolamento il M5s sembra essere finito dentro un 'cul de sac'. Casaleggio fa notare che sarà determinante vedere se a votare saranno «sopra un terzo, sopra la metà, sopra i tre quarti o addirittura la totalità degli iscritti». Ma ai dissidenti non basta una legittimazione politica del voto. Loro sono intenzionati ad adire le vie legali. «Nessuno spiega come sia possibile modificare il Non Statuto legandolo ad un Regolamento che non si conosce (perché le opzioni al voto sono due): è come votare una norma in bianco. Una cosa inconcepibile!» attacca l'avvocato dei dissidenti, Lorenzo Borrè che critica anche le parole di Casaleggio. «Parlare di attacchi giudiziari è molto grave. Anche perché - sottolinea - non è la magistratura che attacca ma dei cittadini che si rivolgono alla legge per essere difesi». 
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