E così la scelta di cambiare il vertice è stata comunicata a notte fonda: «Enrico Tommaso Cucchiani lascia con effetto immediato la carica di consigliere delegato e Ceo», ha annunciato la banca al termine dei consigli. E all'ormai ex Ceo vanno in tasca 3,6 milioni di euro di buonuscita. L'epilogo è stato il seguente: tornato sabato da New York, Cucchiani, ha incontrato nel pomeriggio di domenica Bazoli e Gian Maria Gros-Pietro (presidente del consiglio di gestione) per un chiarimento tra gentiluomini e, quindi, per la consegna della lettera di dimissioni. A seguire, i consigli si sono riuniti in seduta straordinaria per prendere atto del passo indietro e nominare all'unanimità il nuovo consigliere delegato. Scelta che è ricaduta, come da previsioni, nella persona di Carlo Messina, attuale direttore generale vicario e numero uno della rete di Intesa Sanpaolo, nota all'interno del gruppo col nome di Banca dei territori. Un manager che ha maturato la sua esperienza a Bnl e al Banco Ambrosiano, prima di arrivare a Intesa, nella quale dal 2008 ricopre anche il ruolo di direttore finanziario.
Al tempo stesso il consiglio di sorveglianza ha integrato il Cdg con Francesco Micheli. Voltata la pagina su Cucchiani, Intesa adesso deve prendere un'altra importante decisione: quella sulla governance. Il tema potrebbe essere già affrontato domani dai presidenti delle fondazioni azioniste del gruppo, che dovrebbero incontrarsi nel pomerggio a Milano. Dopo diverse pressioni della Banca d'Italia, fatte proprie dalla Compagnia di San Paolo, primo azionista della Cà de Sass, i tempi sembrerebbero maturi per tornare alla governance tradizionale, in sostituzione del sistema duale nato in seguito alla fusione sull'asse Milano-Torino.
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