Il ritorno dei Gemelli Diversi: «Ecco come ci siamo rialzati dopo il ko»

Il ritorno dei Gemelli Diversi: «Ecco come ci siamo rialzati dopo il ko»
di Rita Vecchio
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Sabato 22 Ottobre 2016, 02:16 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 19:38
"Non importa quante volte cadi ma quante volte cadi e ti rialzi". È il motto dei Gemelli DiVersi che ritornano dopo qualche anno da “Tutto da capo”. Passano da quattro elementi a due, Thema e Strano, («perchè è come una storia d’amore, può darsi che vada avanti o che finisca», dicono) e ripartono (mantenendo il nome del gruppo) con un nuovo disco il cui titolo è indicativo del nuovo inizio. Si chiama Uppercut ed è «una sfida». Quella di continuare a percorrere la strada di più di diciotto anni di carriera, quasi un milione di copie vendute, e vari riconoscimenti come il Best Italian Act agli MTV Europe Music Award, nel 2003. «L’uppercut è il gancio usato dai pugili. Qui è una metafora della vita, ma anche della storia della nostra band. Perché ci si può sempre rialzare dopo un ko».

Non per altro, il pezzo che dà titolo all’album, «è ricco di citazioni storiche della boxe mondiale da Primo Carnera passando da Ali a Tyson fino ad arrivare ai giorni nostri, con i vari Paquiao e Maywheather». L’album è stato anticipato dal singolo La fiamma (e video) e «racchiude quello che siamo stati dal ’98 a oggi, ma vocalmente e musicalmente cresciuti». Un gruppo che si è sempre caratterizzato per la mescolanza di una matrice funk statunitense con la melodia italiana, avvicinandosi al modello statunitense di rap. Era il 1998 quando uscì, preceduto dal singolo Un Attimo Ancora, il primo album intitolato Gemelli DiVersi che fu platino. E sempre nello stesso anno, il gruppo milanese apre tutti i concerti degli Articolo 31 nel tour Nessuno. «Ci fa piacere che ci siano artisti di oggi dicano di essere cresciuti con la nostra musica», dicono durante l’intervista. Loro che hanno sempre scritto alternando strofe rappate a un ritornello cantato, si definiscono non totalmente rapper. «Siamo sempre stati un po’ borderline, tra i primi a inserire la melodia all’interno di un testo rap. Ci avevano criticato. Sono dovute passare due generazioni affinché si potesse affermare una cultura rap».

Parlano del preconcetto verso un genere per troppo tempo relegato, di sub cultura e di una critica spesso troppo superficiale. «Mai fatto pezzi di skills. Abbiamo sempre cercato di raccontare qualcosa e di fare musica». E a proposito delle ultime polemiche sul testo della canzone di Emis Killa che non è piaciuta molto alle associazioni contro il femminicidio, dicono:«non è la musica che uccide. Allo stesso modo, l’avere cantato Mary non significava per noi essere dalla parte dei genitori che abusano sui figli. Per quanto sia necessario stare a attenti alle parole che si scelgono e al come vengono dette, è chi le ascolta e le interpreta in modo errato che sbaglia. Ma che ben vengano i rapper che comunicano». Due gli in store per la promozione del disco per ora confermati. A Roma, il 26 ottobre alla Discoteca Laziale, e a Milano, il 27 alla Mondadori di via Marghera. Nella primavera del 2017 il tour con una scaletta di brani dell’ultimo disco e di vecchi successi totalmente arrangiati.

IL VIDEO DE "LA FIAMMA":

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