Lourdes, pellegrini in calo: arriva il manager anti-crisi

Lourdes, pellegrini in calo: arriva il manager anti-crisi
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Ottobre 2016, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 15:29
CITTÀ DEL VATICANO Sarà l'effetto Francesco che ha stimolato la gente. Sarà il bisogno della gente di trovare un briciolo di speranza in un orizzonte carico di incognite. Sarà l'influenza esercitata dai mass media. Fatto sta che il 2016 ha segnato un balzo in avanti nel turismo religioso. Nei santuari «c'è stato il tutto esaurito» annuncia padre Mario Magro, coordinatore nazionale dei santuari italiani. «Sono stati presi d'assalto». Quelli piccoli e sconosciuti, così come quelli grandi. San Giovanni Rotondo, Pompei, Loreto. L'intuizione di delocalizzare il Giubileo con tante Porte Sante aperte qui e là, ha dato i suoi frutti. Se a Roma sono arrivati 17 milioni di pellegrini regolarmente censiti (in base al numero dei passi rilasciati), in giro per l'Italia il turismo religioso pare sia maturato di pari passo. «Una statistica non la abbiamo ancora dai primi rapporti di quasi 2 mila rettori di santuari, le persone interessate globalmente sono oltre 10 milioni. Solo a Messina, il santuario di Sant'Antonio, è stato meta di 300 mila pellegrini. Un record».
L'ANALISI
Medesima analisi la fa l'Opera Romana Pellegrinaggi che ogni anno trasporta a Lourdes, Fatima e Gerusalemme centinaia di migliaia di fedeli. «Il Giubileo ha aumentato i pellegrinaggi ovunque, a Nord come a Sud. Il flusso non è stato condizionato né dalla crisi economica, né dalla paura serpeggiante di un possibile attentato». Anzi, secondo il presidente monsignor Liberio Andreatta, se non ci fosse stato il Giubileo, il turismo a Roma avrebbe subito un significativo abbassamento. «Ha impedito un calo del 10-12% a tutto il settore turistico nella capitale. Certo, è evidente che si tratta di un turismo mordi e fuggi. I fedeli vanno e vengono in giornata, oppure si fermano a dormire in strutture low cost, ma è indubbio che senza questo massiccio flusso giubilare ci sarebbe stato un calo». Il turismo religioso, dunque, non risente né della crisi economica né degli effetti dettati dalla paura del terrorismo. Come se il bisogno di individuare qualcosa a cui aggrapparsi attivasse la capacità di trovare la forza di reagire. La fede si rivela più potente di qualsiasi angoscia.
LOURDES
Il fenomeno del turismo religioso è qualcosa che in Francia è finito sotto osservazione dopo la batosta subita l'anno scorso, un po' per via delle terribili inondazioni nella zona dei Pirenei, e per i tragici fatti al Bataclan e alla redazione di Charlie Hebdo. Nonostante ciò il flusso ha ripreso vigore. «La situazione è seria ma non drammatica» ha minimizzato Thierry Lucerau, manager appena nominato dal santuario di Lourdes, per individuare strategie di rilancio. L'anno scorso anche l'Opera Romana Pellegrinaggi è stata costretta a cancellare parecchi charter. Se nel 2012 i viaggi verso il santuario avevano interessato 21.000 pellegrini, nel 2015 il numero era sceso a 6.700 presenze.
LA PAURA
«La paura della gente però è durata poco. Quest'anno abbiamo trasportato quasi 10 mila persone, quasi il doppio di quelle del 2015». Stessa analisi da parte dell'Unitalsi. A Fatima, in Portogallo, invece, la situazione si mantiene stabile. Il santuario dove avvenne l'apparizione di Maria ai tre piccoli pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta Marto, sarà presto la meta di un viaggio di Francesco, nel 2017. Chi aspetta, invece, un miracolo è la Terra Santa. La situazione continua a non volgere al bello e il custode di Terra Santa continua ad incoraggiare i pellegrini a non abbandonare le terre di Gesù. Dai dati forniti da Israele nel 2015 il calo è stato del 20%. Chi invece non risente di crisi è Santiago de Compostela, che ha raggiunto una cifra mai registrata in precedenza. Più di 100 mila pellegrini sopportando il clima tutt'altro che mite della Galizia.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA