Muraro torna ad attaccare l'Ama. Ma il direttore generale l'ha scelto lei

Muraro torna ad attaccare l'Ama. Ma il direttore generale l'ha scelto lei
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 21:03

Paola Muraro contro Ama. All'inizio della legislatura gli scontri furono durissimi, anche in diretta streaming: la neo assessore alla Sostenibilità ambientale, consulente per dodici anni dell'azienda, attaccò con veemenza l'allora presidente Daniele Fortini. Oggi che Fortini non c'è più, è tornata a prendersela con l'azienda, che è senza un amministratore unico da 36 giorni perché la giunta Raggi non l'ha scelto ed è guidata da Stefano Bina, direttore generale voluto proprio dalla Muraro. A cosa si deve il nuovo attacco della Muraro? Secondo la ricostruzione dell'assessore, l'Ama non l'ha informata che l'impianto di compostaggio dei rifiuti di Maccarese è chiuso. 

Si legge in un comunicato diffuso proprio dall'assessorato alla Sostenibilità guidato dalla Muraro: «Abbiamo ricevuto ieri comunicazione che l’impianto di compostaggio dell’Ama, situato a Maccarese, è stato chiuso lo scorso 3 ottobre per lavori di manutenzione. Gli eventuali disservizi determinati da questa decisione non sono attribuibili a noi, in quanto l’Ama ha provveduto a informare prima il Comune di Fiumicino e poi Roma Capitale. Una dinamica che conferma come l’azienda non garantisca il costante coinvolgimento gestionale dell’amministrazione e dell’assessorato alla Sostenibilità Ambientale. L’impianto era già stato oggetto di interventi manutentivi due anni fa: occorre quindi chiarire le ragioni effettive alla base dell’attuale chiusura, avvenuta in assenza di un’alternativa. Invitiamo quindi l’Ama a mettere in campo una più adeguata programmazione». 

La Regione, intanto, ha affidato un incarico di consulenza al grande nemico della Muraro, l'ex presidente dell'Ama, Daniele Fortini: seguirà la governance del ciclo dei rifiuti nel Lazio e le procedure di smaltimento degli inerti delle zone colpite dal sisma. «L'incarico - spiegano in Regione - avrà la durata di diciotto mesi per un compenso lordo di 39.000 euro (26mila euro lordi l'anno)».
 

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