Allarme migranti, Renzi trasferisce a Palazzo Chigi la cabina di regia

Allarme migranti, Renzi trasferisce a Palazzo Chigi la cabina di regia
di Valentina Errante
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Lunedì 19 Settembre 2016, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Dai controlli, all’accoglienza fino agli accordi bilaterali con i Paesi terzi. La rivoluzione del governo in materia di immigrazione è in cantiere già da qualche mese, molto tempo prima del fallimentare vertice di Bratislava che, solo tre giorni fa, ha fatto alzare la voce a Matteo Renzi con i partner europei. L’obiettivo è portare sotto la supervisione diretta di Palazzo Chigi la competenza su una questione complessa, politicamente importante, anche rispetto all’Ue, e, soprattutto, significativa dal punto di vista economico: un capitolo che costa un miliardo di euro l’anno, finora completamente gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale. Un segnale forte all’Europa. L’ultimo incontro riservato, per organizzare e definire il passaggio di competenze dal ministero dell’Interno a Palazzo Chigi, è avvenuto lo scorso 7 settembre. Il progetto, gestito dalla presidenza del Consiglio, prevede la separazione delle funzioni di controllo, tema caldo per i partner europei, e quelle di accoglienza con la creazione di due nuove strutture e stabilisce anche competenze specifiche per la sottoscrizione degli accordi bilaterali con i paesi africani.

ACCOGLIENZA E ACCORDI
Il piano di Matteo Renzi prevede che sia una struttura interministeriale, Interno–Esteri-Difesa, sotto la diretta supervisione di Palazzo Chigi, a occuparsi dell’accoglienza e dei nuovi accordi bilaterali con i paesi africani. 
La questione non è di poco conto: la gestione dei migranti è costata finora 800 milioni di euro, 600 sono stati accantonati con la Legge di Stabilità, ma il prezzo da pagare a piccole e grandi associazioni, il 31 dicembre, raggiungerà un miliardo di euro. Una materia che Palazzo Chigi ha deciso di gestire direttamente. L’organizzazione sul sistema Sprar (servizio di protezione centrale per i richiedenti asilo) al quale prendono parte anche i comuni, è ancora in via di definizione. Il dicastero, guidato da Roberta Pinotti, dovrebbe coordinare anche la distribuzione dei migranti nelle caserme, portando avanti il progetto già in atto, che ha visto l’adeguamento di molti edifici, in quattordici regioni italiane, per ospitare i richiedenti asilo. 
Altro capitolo, sempre di competenza della stessa struttura, riguarda gli accordi bilaterali, indispensabili per la riammissione nei paesi di origine dei migranti che non hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato e per ottenere una diminuzione delle partenze. Un fronte che impegnerà le diplomazie, ma che riguarda anche la protezione dei confini nazionali, con un ruolo di primo piano dei ministeri degli Esteri e della Difesa. La fese successiva, quella della riammissione invece, continuerà a essere gestita dal Viminale.

CONTROLLI E CIE
Il piano prevede anche un’intensificazione dei controlli, sia nei centri di accoglienza destinati ai richiedenti asilo, sia nei Cie, dove vengono ospitati i cosiddetti “migranti economici”, in attesa di essere riammessi nei paesi di origine. Sarà creata una task force che effettuerà controlli periodici in tutte le strutture e dipenderà direttamente dal Gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Una misura che, da una parte, punta a rassicurare i partner europei rispetto alle verifiche sui migranti e, dall’altra, controlli la buona gestione dei centri di accoglienza o in quelli di identificazione ed espulsione, da parte di associazioni e cooperative che abbiano vinto le gare.

GLI INCONTRI
A una ridefinizione delle competenze in materia di immigrazione Matteo Renzi pensava già da prima delle ferie estive. E così, il 2 settembre ha fatto il punto in un vertice ristretto e riservato con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e Marco Minniti, sottosegretario con delega ai servizi di sicurezza. La minaccia terroristica continua ad essere legata a doppio filo all’emergenza immigrazione e la presenza di Minniti agli incontri è significativa, per puntare sulla sicurezza e dare una risposta ai partner europei. Cinque giorni dopo, alla definizione del piano, hanno preso parte anche i ministri interessati. Al mini vertice hanno partecipato Angelino Alfano, Roberta Pinotti e Paolo Gentiloni. I lavori sono ancora in corso ma sembra che oramai tutto sia deciso. 
 

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