«Siamo con Virginia», dicono tutti. Sotto una leggera pioggia tutti difendono la sindaca di Roma «perché governare quella città é una cosa diversa», nota Alfonso Iannello venuto dalla Campania. Se errori ci sono stati sono di «inesperienza», anzi da «inesperienti», neologismo dal palco del sindaco di Nettuno Angelo Casto, che si mette nel novero. «Virginia ha tutti contro, ci sono troppi interessi; Caltagirone, Roma, Ama, Atac, i rifiuti», elenca un altro attivista «della prima ora», Vincenzo Nuzzolo, 59 anni, dipendente pubblico. «Vogliono gettarle del fango addosso alla Raggi», assicura Elena.
Qualche malumore per gli stipendi troppo alti degli ormai ex assessore e capo gabinetto Marcello Minenna e Carla Raineri. Ma in piazza l'arrivo di Grillo con i dioscuri Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio - che si scusa per la gestione del caso Roma - sembra azzerare anche i pochi distinguo nelle granitiche certezze dei militanti M5S. «A volte facciamo delle cazzate anche noi», ammette il leader tornato frontman. Ed è un boato tra cori di "Beppe, Beppe!". E quando dice «fan... tutti!», sembra di essere tornati ai bei tempi pionieristici.
I cinque stelle non sono in piazza per un autodafé, per un'autocritica collettiva né tantomeno per contestare il direttorio. «Si può imparare dagli errori, chi é che non sbaglia?», dicono in diversi parlando della sindaca. Bugie? «Renzi mente tutti i giorni - dice un attivista - la facciano finita». E si pensa al futuro: un grande striscione chiede «Elezioni subito». Quelle nazionali, per un governo cinque stelle. Obiettivo Roma, il bersaglio grosso, per non pensare alla crisi del Campidoglio.
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