Rio 2016, Bolt: «Ragazzi, questa è l'ultima Olimpiade.
E penso di non correre più i 200 metri»

Usain Bolt
di Carlo Santi
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Sabato 20 Agosto 2016, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 09:36
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO L’uomo dei sogni sorride. Usain Bolt è felice, la notte brasiliana lo accarezza. Ha appena vinto il terzo oro a Rio 2016 con la 4x100, la sua nona medaglia d’oro. «Adesso io sono il più grande», ripete il Fulmine che è davvero l’uomo più famoso della Giamaica, forse più di Bob Marley. Continua a ripetere che con i Giochi ha chiuso ma del futuro non parla ma crediamo che dopo questa sbornia di successi Bolt deciderà di continuare, pressato dai fans e, soprattutto dagli sponsor, Puma in testa. Tra un anno c’è il Mondiale di Londra e poi, nel 2019, c’è quello di Doha. Lo convinceranno a correre ancora e da lì a Tokyo 2020 il passo è breve.
Il primo ministro giamaicano Andrew Holness lo vuole nel suo gabinetto: un posto per il Fulmine è pronto. «Usain può essere ministro di tutto ciò che vuole», ha detto Holness. Tra i grandi dello sport entrati in politica c’è Bill Bradley, il campione del basket Nba che ha giocato con i New York Knicks. Bolt per ora non ha risposto alla proposta “politica”. «Io non so quello che sto per fare», ha detto parlando del suo futuro.

Bolt, cosa prova in questo momento?
«Solo felice, fiero di me stesso: quello che cercavo è diventato realtà. Il risultato è magnifico».

Oggi festeggia trent’anni, nel giorno di chiusura delle Olimpiadi.
«Non so davvero come festeggiare, ma il regalo di compleanno è davvero grande».

Rio 2016 sono state davvero le sue ultime Olimpiadi?
«Intanto dico che Rio è stata una grande emozione. Ho lavorato duramente per essere al massimo e dimostrare al mondo che sono il più grande. Il sentimento che provo adesso è un misto di sollievo ma anche di stress».

Quest’anno i problemi non le sono mancati.
«Ho patito diversi infortuni. Adesso sono triste perché questo credo sia il mio ultimo anno. Dentro provo sentimenti contrastanti per questo».

Lascia le Olimpiadi...
«E la folla. Mi mancherà. A me piace la competizione».

Davvero chiude con l’atletica?
«Voglio restare in questo sport, voglio rimanere intorno allo sport. Vedremo cosa succede. Sicuramente non come allenatore, però».

Se davvero smette, quanto le mancheranno le gare?
«La gara è qualcosa di speciale, sono un competitore nato, mi piace correre per la Giamaica».

Nessuna gara, in futuro?
«Di sicuro non correrò i 200 metri».

Usain, quando ha ricevuto il testimone, cosa ha pensato?
«Sapevo che stavo andando a vincere, dovevo e volevo farlo. Del resto non c’è nessuno che può correre più veloce di me».

Cosa ricorda della sua Olimpiade a Pechino?
«La felicità. Quella di Londra è stata una sfida. Venire qui per la terza volta è qualcosa di semplicemente incredibile. Sono orgoglioso di me stesso».

Quanto lavoro è stato necessario per arrivare a vincere nove medaglie d’oro?
«Tanto lavoro duro e tanto sacrificio. Tanto lavoro, lacrime e sudore in questi anni».

Cosa vuol dire per lei essere immortale o meglio una leggenda?
«Essere imbattibile. La gente mi chiede sempre di esserlo, di vincere ogni gara. E quando si tratta di vincere una gara mondiale io ci sono».

La prossima cosa che farà, quale sarà?
«Andare in vacanza».

Davvero questa è la sua ultima Olimpiade?
«Ragazzi, questa è l’ultima».
 
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