Rieti, la Coppa del Mediterraneo
ricorda Alberto Bianchetti
a 10 anni dalla morte

Alberto Bianchetti
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Agosto 2016, 09:36

RIETI - Una giornata intensa, generosa, come soltanto Rieti sa regalare. Al Ciuffelli, il terzo giorno di volo della Coppa Internazionale del Mediterraneo è l'immagine speculare della Mecca del volo silenzioso che tutti sognano: autostrade di cumuli che lasciano sfrecciare la flotta della Cim lungo le montagne, la convergenza dei fronti di brezza e un riscaldamento che genera termiche da 5 m/s al secondo; una giornata che, agli Europei di Rieti 2015, si era vista una volta soltanto. In classe Open, il solito Michael Sommer raggiunge addirittura i 137 km orari; in classe Club, Rudolf Schneider conquista persino il primo gradino del podio, dopo due giornate da eterno ultimo. Un po' di turbolenza nel campionato italiano della 15 Metri, ma alla fine la classifica generale resta invariata, con Thomas Gostner di nuovo un passo avanti a Lucas Marchesini e ai due Luca, De Marchi e Urbani.
 

IL RICORDO DI ALBERTO BIANCHETTI
 

Il briefing di questa mattina, all'aeroporto Ciuffelli, non racconterà soltanto delle condizioni meteo da attendersi da lì al resto della giornata: a spendere qualche parola sarà anche il presidente dell'Aero Club Rieti, Enrico Bagnoli, per ricordare, a dieci anni dalla sua improvvisa scomparsa, Alberto Bianchetti, al quale è intitolata la memoria dell'Aero Club.

L'ultimo decollo dall'aeroporto di Rieti, fu la mattina di dieci anni fa. Poi, nel primo pomeriggio del 5 agosto 2006, Alberto Bianchetti se ne è andato a 66 anni, cercando disperatamente di atterrare nei pressi di Pescasseroli su un terreno difficile all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, di effettuare un fuoricampo che avrebbe danneggiato irreparabilmente il suo aliante - un vecchio Shk degli anni '50 tutto in legno, fresco di revisione - ma che avrebbe salvato la sua vita. Da autentico uomo di sport (tra i fondatori dell'Atletica Rieti) dopo aver superato tanti imprevisti soprattutto nell'alpinismo - l'altra grande passione della sua vita, forse più del volo a vela o comunque mai al di sotto di nient'altro - Bianchetti perse l'ultima sfida della sua vita, quella che non gli permise di atterrare di nuovo al Ciuffelli in una giornata che, per lui, era uguale a molte altre. A lui, ex presidente delle sezioni provinciali del Cai e del Coni - e medaglia d'oro al valore sportivo del Coni - fu intitolato l'Aero Club del quale era istruttore di volo e direttore della scuola di volo a vela.

Ajmone Filiberto Milli riuscì a sintetizzare Bianchetti in uno dei suoi consueti, mirabolanti ritratti dei volti cittadini: "Alberto Bianchetti è stato soprattutto una pedagogia esistenziale cittadina, un modo d’essere che vale assai più di mille trattati di educazione civica e civile per i giovani".

"Papà era da sempre affascinato dagli sport minori, quelli che non avevano risalto tanto quanto il calcio, l'atletica e il basket e, da presidente provinciale Coni fece sempre di tutto per incentivare la loro pratica - ricorda Stefano Bianchetti, consigliere federale dell'Aero Club d'Italia e figlio, insieme a Paolo, di Alberto Bianchetti - Il suo cruccio restò di non essere riuscito a trasformare pienamente Rieti in una cittadella dello sport., durante gli anni di presidenza del Coni.

Purtroppo il tempo passa e, pian piano, cancella ogni cosa e anche il ricordo di ciò che di buono è stato fatto si affievolisce - prosegue Bianchetti - Resta per il segno che ha lasciato nel mondo dello sport, e la speranza che si possa ricordare la sua figura, se le istituzioni cittadine lo riterranno opportuno".

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA