«Recederemo dalla fondazione del libro di Torino», ha aggiunto Motta. La decisione di uscire dalla fondazione è in realtà stata presa «dal consiglio generale all'unanimità lo scorso 25 febbraio. Non è stato fatto finora per correttezza istituzionale visto che a Torino iniziava la campagna elettorale».
Il Consiglio generale dell'Aie - espressione di tutte le sue componenti (gruppo di varia, piccoli editori, accademico professionale, educativo) - ha dato mandato al presidente di procedere alla realizzazione di una joint venture con Fiera Milano per l'implementazione del "Progetto Promozione del Libro". La nuova società, spiega una nota, si occuperà di sviluppare attività di promozione del libro a livello nazionale, anche mediante l'organizzazione di eventi fieristici in tutto il territorio nazionale, valorizzando l'intera produzione editoriale. L' Aie, conclude la nota, si augura di poter continuare con le Istituzioni piemontesi e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura una collaborazione tesa all'individuazione e alla realizzazione di eventi per lo sviluppo della lettura.
La decisione segue i numerosi appelli, da parte di editori medi e piccoli, per far restare il Salone a Torino. Prima della riunione Feltrinelli aveva espresso l'auspicio di un rinvio della decisione, per trovare un "progetto condiviso".
La casa editrice Lindau si dissocia. «La posizione del Consiglio non è espressione degli associati, che non sono mai
stati consultati», afferma il direttore, Ezio Quarantelli. Per questo motivo, Lindau «si riserva di valutare l'opportunità di rinnovare l'adesione all'Associazione» e «invita i tanti editori che condividono il dissenso a costituire un Coordinamento a sostegno del Salone Internazionale del Libro di Torino».
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