Una casa editrice indipendente di racconti. Si pensa subito che una cosa così inconsueta nasca da due fattori: il primo è un’autentica passione; il secondo un tentativo di ricavarsi una nicchia specialistica che possa contare su uno zoccolo duro di lettori. E’ così, passione più calcolo?
«Sì, l’equazione è esattamente quella. Speriamo tornino anche i conti!»
Da dove nasce questa passione per il racconto, qual è stata la vostra formazione di lettori? Insomma quali autori di racconti vi hanno traviato?
«Abbiamo entrambi studiato filosofia e le forme brevi sono venute in nostro soccorso per placare la sete di letteratura. Abbiamo iniziato con Kafka, Lovecraft, Carver, Bukowski, Cortázar, Ballard e tra gli italiani i cannibali, Benni, Tondelli, Calvino, Landolfi. Sono troppi…»
Proviamo a immaginare un pubblico ampio, magari proprio quei lettori che preferiscono i romanzi perché hanno bisogno di immergersi in una sola coinvolgente storia. Provereste a spiegare a loro cos’è un racconto?
«Il racconto è quella notte di passione fuggente e irripetibile di cui un po’ ti penti ma che rifaresti ancora cento volte. Ha un limite fisiologico che è la sua forza e la sua vulnerabilità. Ci sono tutta la soddisfazione e gli elementi di un romanzo ma condensati nel tragitto che va da Cipro a Termini».
Una sola collana al momento. Già dalle prime tre uscite, oltre alla cura redazionale e alla qualità dell’oggetto libro (carta, rilegatura, disegni), si nota un’attenzione verso libri di racconti di autori stranieri pressoché sconosciuti in Italia. Farete anche italiani? Farete antologie tematiche o trasversali?
«Sì, ci pare un compito a cui una casa editrice non possa proprio sottrarsi. Lo sentiamo come un dovere, ma soprattutto come un’opportunità per crescere e misurarci con autori e autrici che parlano la nostra stessa lingua. Ci siamo presi un anno per trovare delle “voci” che si possano dire davvero nostre. Quanto alle antologie, le faremo senza meno. Riteniamo sia importante fare il punto della situazione sul racconto in Italia».
In quanto modalità bistrattata, i grandi editori talvolta hanno fatto vere e proprie operazioni di macelleria sui libri di racconti soprattutto di autori stranieri considerati ormai classici. In questo senso, tra raccolte perdute e opere incomplete, avete già qualche operazione di recupero in cantiere?
«Abbiamo tre operazioni di questo stampo in serbo: a settembre “Una coltre di verde” di Eudora Welty tradotta da Vincenzo Mantovani, a ottobre “Stamattina stasera troppo presto” di James Baldwin autore nero americano di una contemporaneità assoluta (leggere Ta-Nehisi Coates per credere) e a novembre i racconti di Virginia Woolf che usciranno con l’ottima curatela di Liliana Rampello».
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