Roma,al bar prezzi diversi per italiani e stranieri: per i turisti spremuta e cornetto costano di più

Roma,al bar prezzi diversi per italiani e stranieri: per i turisti spremuta e cornetto costano di più
di Veronica Cursi
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Giovedì 19 Maggio 2016, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Quanto costa fare colazione in un bar di Roma? Dipende. Non solo (ovviamente) da locale a locale ma anche da cliente a cliente. Perché, a quanto pare, se sei uno straniero in viaggio nella Capitale in alcuni bar e ristoranti potresti ritrovarti a pagare quasi il doppio rispetto a un italiano.
 



LA DENUNCIA
A denunciarlo, il 15 maggio, è stata  un'interprete turca che ha scritto su un gruppo  Facebook chiamato  "Vcn Roma" (una community creata da stranieri che si trovano a Roma per motivi di lavoro e che si scambiano informazioni utili su locali, eventi culturali, luoghi di incontro nella Città Eterna). «C'è un bar chiamato Don Nino - scrive Elif - si trova a pochi passi dal Pantheon. Questa mattina ho preso un cappuccino e un cornetto e ho pagato 2 euro e 20. Subito dopo di me è arrivata una mia amica che ha chiesto esattamente la stessa cosa ma le hanno fatto pagare 5,50 euro. Non solo. Una coppia di americani ha pagato 12 euro per due caffè e due cornetti da portare via. Quando ho chiesto spiegazioni non solo non si sono scusati ma sono stati anche maleducati. Questo bar è una trappola per turisti. Quando sentono che sei una straniera ti fanno pagare quello che vogliono».

LA REPLICA
Possibile? Ecco la spiegazione di Giulia, la responsabile del bar: «Noi lavoriamo con italiani e stranieri- dice -  l'italiano consuma al bancone, lo straniero si siede, usufruisce del wi-fi gratis e occupa il posto in media 15 minuti. La differenza la fa il servizio: è quello che viene pagato in più. Una caffè che costa 1 euro, a un tavolo viene 2». Sembra tutto chiaro. Ma sempre meglio verificare.

LA CANDID CAMERA
Così mercoledì 18 maggio, andiamo di persona nel locale in via dei Pastini. L'operatore video, telecamera al collo, si finge cliente, entra al bar e chiede in italiano una spremuta d'arancia. Il conto? 3,50 euro. Dopo due minuti entra una ragazza che parla spagnolo: per lei la stessa spremuta d'arancia chiesta al bancone costa quasi il doppio, 5 euro!
Prezzo diverso dunque. E non solo per la spremuta. Anche per l'occhio di bue al cioccolato: alla ragazza spagnola costa 3,50 euro e alla giornalista italiana, che chiede esattamente la stessa cosa, costa 3 euro (come indicato d'altronde sul cartellino del prezzo esposto in vetrina). Portafoglio alla mano dunque la turista per fare la stessa colazione di un italiano ha speso due euro in più. Sarà un caso? Sembra proprio di no. Poco dopo, infatti, una coppia di turisti francesi, mandata da noi, per una spremuta al bancone spende comunque 5 euro.

Non ci resta che parlare con il titolare. «Doppi listini per italiani e stranieri? E' impossibile - risponde Giuseppe Pagliaro, titolare del bar Don Nino al Pantheon - Siamo una catena seria e conosciuta. Abbiamo una politica molto rigida per quanto riguarda i prezzi al pubblico, oltretutto puntiamo sulla trasparenza mettendo diversi listini all'interno del locale. Abbiamo un listino esposto al pubblico che tutti possono controllare e  un listino per chi si accomoda in sala.  La ragazza spagnola avrà chiesto di sedersi, visto che le è stato applicato quel tipo di prezzo».

E quando gli facciamo notare che ha consumato la colazione al bancone senza sedersi replica: «Forse ci sarà stato un errore, non si saranno capiti con il cameriere visto che normalmente gli stranieri si siedono al tavolo. Ma da qui a dire che regolarmente facciamo doppi prezzi per italiani e stranieri ce ne passa. Abbiamo lo stesso rispetto per tutti i clienti. Tant'è che abbiamo anche altri locali e nessuno si è mai lamentato». Provare per credere.

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