Secondo il Consiglio d'Europa l'Italia discrimina medici e personale medico che non hanno optato per l'obiezione di coscienza, sostenendo che questi sanitari sono vittime di «diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti».
«Mi riservo di approfondire con i miei uffici, ma sono molto stupita perchè dalle prime cose che ho letto mi sembra si rifacciano a dati vecchi che risalgono al 2013. Il dato di oggi è diverso», ha commentato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, precisando che «Non c'è alcuna violazione del diritto alla salute».
«Mentre noi - ha spiegato il ministro - dal 2013 a oggi abbiamo installato una nuova metodologia di conteggio e di misurazione analisi del contesto regionale tanto è vero che abbiamo fatto rete con tutti gli assessori regionali per il conteggio dei dati.
Nella relazione che abbiamo presentato al Parlamento recentemente - ha aggiunto - non ci risulta una sfasatura. Ci sono soltanto alcune aziende pubbliche che hanno qualche criticità dovute a problemi di organizzazione della singola regione e della singola azienda e siamo intervenuti anche richiamando le regioni e le singole aziende, ma siamo nella norma, anche al di sotto. Mi riservo di approfondire - ha ribadito il ministro - ma se non ho appreso male dalle agenzie sono dati vecchi. Abbiamo i dati regione per regione e azienda per azienda dal 2013 e possiamo fare la valutazione delle ore lavorate e delle interruzioni di gravidanza azienda per azienda. Abbiamo quindi dei casi che sono patologici ma il dato che oggi abbiamo è diverso».
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