Aborto, Consiglio d'Europa: «In Italia ancora troppo difficile»

Aborto, Consiglio d'Europa: «In Italia ancora troppo difficile»
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Lunedì 11 Aprile 2016, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 15:24
Le donne in Italia continuano a incontrare «notevoli difficoltà» nell'accesso ai servizi d'interruzione di gravidanza, nonostante quanto previsto dalla legge 194 sull'aborto. L'Italia viola quindi il loro diritto alla salute. Lo ha affermato il Consiglio d'Europa, pronunciandosi su un ricorso presentato dalla Cgil.  

Secondo il Consiglio d'Europa l'Italia discrimina medici e personale medico che non hanno optato per l'obiezione di coscienza, sostenendo che questi sanitari sono vittime di «diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti».

«Mi riservo di approfondire con i miei uffici, ma sono molto stupita perchè dalle prime cose che ho letto mi sembra si rifacciano a dati vecchi che risalgono al 2013. Il dato di oggi è diverso», ha commentato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, precisando che «Non c'è alcuna violazione del diritto alla salute».

«Mentre noi - ha spiegato il ministro - dal 2013 a oggi abbiamo installato una nuova metodologia di conteggio e di misurazione analisi del contesto regionale tanto è vero che abbiamo fatto rete con tutti gli assessori regionali per il conteggio dei dati.
Nella relazione che abbiamo presentato al Parlamento recentemente - ha aggiunto - non ci risulta una sfasatura. Ci sono soltanto alcune aziende pubbliche che hanno qualche criticità dovute a problemi di organizzazione della singola regione e della singola azienda e siamo intervenuti anche richiamando le regioni e le singole aziende, ma siamo nella norma, anche al di sotto. Mi riservo di approfondire - ha ribadito il ministro - ma se non ho appreso male dalle agenzie sono dati vecchi. Abbiamo i dati regione per regione e azienda per azienda dal 2013 e possiamo fare la valutazione delle ore lavorate e delle interruzioni di gravidanza azienda per azienda. Abbiamo quindi dei casi che sono patologici ma il dato che oggi abbiamo è diverso». 
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