Dipendenza da smartphone? Ecco chi è più predisposto a soffrirne

Dipendenza da smartphone? Ecco chi è più predisposto a soffrirne
di Antonio Bonanata
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Martedì 5 Aprile 2016, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 14:30
Che ormai non si possa più fare a meno del cellulare, è un concetto che raccoglie consensi pressoché trasversali. Ma la presenza di utenti “compulsivi”, i quali più vistosamente di altri non riescono a staccarsi dal proprio smartphone, è una constatazione altrettanto vera. L’allarme di un uso dei dispositivi elettronici che rischia di diventare patologico era stato lanciato già qualche anno fa: gli esperti avevano parlato della sindrome della “chiamata immaginaria”, quell’abitudine che ci porta a controllare il cellulare continuamente, ogni due-tre minuti, anche se non appaiono notifiche di chiamate o messaggi.

Ora un recente studio cerca di collegare alcuni tratti della personalità con la maggiore o minore tendenza a trascorrere un tempo eccessivo sullo schermo del cellulare. Pare, infatti, che aspetti specifici del carattere come l’impulsività o la mancanza di autocontrollo siano le chiavi giuste per spiegare questa addiction, come sostengono i ricercatori dell’Università di Temple (Philadelphia), che hanno illustrato le loro conclusioni in un articolo apparso sulla rivista Psychonomic Bulletin & Review.

La tesi centrale della ricerca è che coloro che dimostrano di avere una dipendenza maggiore dal telefono sono anche quelli che esprimono una tendenza più accentuata ad ottenere gratificazioni immediate, il tutto accompagnato a un carattere più impulsivo. L’esperimento alla base dello studio ha coinvolto un centinaio di volontari, ai quali veniva promessa una ricompensa che andava aumentando con l’aumentare del tempo impiegato ad accettarla (anche se la somma finale era sempre di mille dollari). Contemporaneamente, a chi si è sottoposto all’esperimento è stata misurata la velocità di controllo degli impulsi: veniva loro chiesto di schiacciare un pulsante quando ricevevano un determinato stimolo e di non farlo in caso contrario. Incrociando questi dati, uniti a un questionario sulla dipendenza dal telefono, si è giunti alla conclusione che i volontari più legati ai dispositivi elettronici sono anche quelli che puntano a minime ricompense immediate, oltre a una carenza di controllo di fronte agli impulsi.

Un rapporto sempre più stretto con il cellulare, mettono in guardia gli esperti, ha creato nuove patologie sempre più diffuse, come la “nomofobia” (no-mobile-phone-phobia), cioè la paura di restare senza smartphone: «Si tratta di una paura patologica che può provocare una sindrome di astinenza non molto differente da quella che riguarda il tabacco o l’alcool» spiega lo psicologo Ismael Dorado. «La tecnologia – prosegue Charo Sádaba, psicologa dell’Università di Navarra – non è provvista di componenti che di per sé possano cambiare il comportamento, come la nicotina, pertanto un uso “da dipendenza” ricade quasi tutto nelle caratteristiche di ciascuno. È quindi la propria personalità, il proprio carattere, che vanno a determinare quanto c’è di pericoloso e patologico nell’uso eccessivo del telefono».

L’impulsività e la mancanza di autocontrollo erano già connesse allo sviluppo di altri tipi di dipendenze; tuttavia, come sottolineano anche gli autori della ricerca in questione, non si dispone finora di prove empiriche che dimostrino che questi tratti della personalità fossero già collegati alla dipendenza da cellulare. C’è infine un ultimo aspetto preoccupante: il fatto che questa tipologia di dipendenza colpisca soprattutto gli adolescenti. «Si trovano in una fase di maturazione e di formazione della personalità, e uno degli elementi aggiuntivi e caratteristici di tale periodo è proprio la mancanza di autocontrollo, dato che stanno imparando a limitarsi e ad essere autonomi» conclude la professoressa Sádaba.
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