Il suo destino è nelle mani di questi pochi mesi che restano da qui alla fine del campionato e soprattutto al suo umore. Un uomo messo in discussione forse troppo presto. Una critica, a volte aspra, figlia della frustrazione per una stagione cominciata con certi propositi e finita (quasi) con altri. Dzeko è fermo a nove reti in giallorosso e a tutt’oggi non ha il posto garantito. Con la Fiorentina no, con l’Udinese sì, con l’Inter no. E contro la Lazio? Forse no, ma non è detto. E’ tutto da decidere, questo è il punto di disabitudine per uno come lui. Ma questi discorsi, sei o sette mesi fa, sarebbero stati fuori corso. Assurdi. E oggi invece si continua a mettere in discussione uno che, appunto, ha segnato più gol di tutti i calciatori della ex Jugoslavia. Proprio lui che all’andata ha segnato, su rigore, il primo gol della Roma, quello che ha spianato la strada alla vittoria dei giallorossi. Un derby in panchina sarebbe l’ennesima bocciatura e questo farebbe riflettere bene Edin sul suo futuro: se qui non vengo considerato utile, o non sono l’uomo giusto per Spalletti, meglio cambiare aria.
Sarebbe un pensiero corretto. Ma in tal caso non andrà via uno scarso, ma uno semplicemente fuori misura per il calcio di Lucio. E i suoi gol a grappoli che realizzerà altrove saranno solo la normalità, che qui non può, forse, esistere. Ma aspettiamo. Magari l'aria della Nazionale restituirà a Spalletti un calciatore diverso. Semplicemente più giusto.
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