Usa, mamma spara al figlio di cinque anni e si suicida: il marito aveva chiesto l'affidamento del bambino

Usa, mamma spara al figlio di cinque anni e si suicida: il marito aveva chiesto l'affidamento del bambino
di Federica Macagnone
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Martedì 15 Marzo 2016, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 16:17

Sapeva che l'ex moglie Sara non stava bene: era diventata paranoica e fuori controllo finendo per essere, alla volte, violenta con il loro bambino di 5 anni. Ken Kreuscher sapeva tutto e per questo aveva tentato in ogni modo di avere l'affidamento esclusivo del piccolo Kenny. Le sue parole, le sue istanze non sono state mai ascoltate fino al 5 marzo, quando una tragedia, che alla luce dei fatti sembra essere stata annunciata, ha colpito questa famiglia del Montana, negli Usa: Sara Atkinson, 41 anni, ha impugnato una pistola, ha sparato al figlio e si è suicidata.

Adesso, a qualche giorno di distanza, Ken ha deciso di svelare ogni dettaglio di quella tragedia affinché altre famiglie non debbano affrontare quello che è successo a lui. L'uomo ha raccontato di essersi separato dalla moglie qualche anno fa: il giudice aveva deciso che Kenny sarebbe cresciuto con l'affetto di entrambi i genitori e aveva dato l'affidamento a tutti e due. Ultimamente, però, Sara aveva iniziato a mostrare segni di squilibro. «Aveva smesso di prendere alcuni farmaci – ha detto Ken a KDVR - Era diventata paranoica. Credeva ci fossero telecamere e bombe nascoste dentro casa. Aveva iniziato a lottare per avere l'affidamento esclusivo del bambino, mentre nessuno ha mai preso sul serio le mie segnalazioni. Un giorno Kenny tornò da me con un livido sul braccio. Mi disse che era stata la madre e informai subito il Denver Child Protective Services. Un dipendente valutò la situazione e mi disse che, a meno che mio figlio non fosse stato rinchiuso sempre in un armadio o avesse ricevuto percosse quotidiane, non si poteva far nulla. Anzi, aggiunse che se avesse nuovamente sentito queste storie avrebbe tolto il bambino sia a me sia alla mia ex moglie». Ken aveva tentato di avere un ordine restrittivo dopo che la moglie aveva minacciato di uccidere il figlio e suicidarsi, ma nessuno aveva preso in considerazione le sue istanze.

«Aveva minacciato di farlo – ha continuato l'uomo – un giorno mi disse che voleva suicidarsi e aveva intenzione di portare il nostro bambino con sé». E così è stato: il 5 marzo Sara si è avvicinata al letto di Kenny e gli ha sparato un colpo di pistola alla testa. Dopo ha puntato l'arma contro di sé e ha fatto fuoco. Adesso Ken vuole giustizia, ritenendo diretti responsabili della morte del figlio i dipendenti che avevano in mano il suo caso al Denver Child Protective Services.

«La perdita di questo bambino è una tragedia assoluta per la famiglia, per gli amici, per la comunità e per l'agenzia – si legge in comunicato del Denver Child Protective Services - Stiamo lavorando per capire le circostanze che hanno portato a tutto ciò. Al momento non possiamo aggiungere ulteriori dettagli su questa storia».

Intanto Ken ha giurato che non si fermerà: andrà avanti per chiedere giustizia per Kenny, affinché queste tragedie non si ripetano: «Sono qui perché non voglio che questo accada a nessun altro.
Quello che hanno fatto non è giusto». 

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