Non solo Exomars, la bandiera tricolore sulle missioni nel Sistema Solare

Il Sistema Solare, un'immagine non in scala
di Enzo Vitale
3 Minuti di Lettura
Domenica 13 Marzo 2016, 23:29 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 16:49
Popolo di Santi, poeti e soprattutto navigatori….dello spazio. Dal Sole a Saturno ma anche asteroidi, comete e lune. Insomma  l’Italia c’è.
Il contributo alla ricerca e soprattutto alla comprensione del Sistema Solare vede l’Italia in prima fila. La cooperazione è bipartisan e gli alleati sono sia la Russia che gli Stati Uniti, ma anche il Giappone.




Gli Istituti di ricerca, le Agenzie e le Università che hanno contribuito alla missione ExoMars (fonte Inaf)

Partendo proprio dal pianeta rosso la tecnologia italiana ha prodotto due radar che sono a bordo di Mars Express (Europa) e Mro (Usa).  Sulla sonda europea lo strumento tricolore ha permesso l’individuazione di un lago ghiacciato sotto la superficie del pianeta nel 2007.

VENERE
Spostandoci un po’ più in là, in direzione del Sole, un altro aggeggio nostrano, in questo caso uno spettrometro, è servito a penetrare e quindi a studiare la densa atmosfera di Venere attraverso Virtis (che viaggia su Venus Express).

VESTA, CERERE E LA COMETA 67P
Lo stesso spettrometro ad immagini installato a bordo di altre sonde , ha osservato le peculiarità dell’asteroide Vesta e del pianeta nano Cerere.
L’evoluzione del medesimo strumento, a bordo di Rosetta, sta anche disegnando la struttura della cometa 67P Churyumov-Gerasimenko.

GIOVE, IL GIGANTE GASSOSO
Ma non finisce qui perchè, allontanandoci ancora di più, e più precisamente verso Giove, la sonda Nasa Juno ospita a bordo altri due strumenti tricolore: lo spettrometro ad immagine infrarosso Jiram (Jovian ifraRed Auroral Mapper) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-Band Translator). Ad agosto Juno, che è stato lanciato nell'agosto di 5 anni fa, arriverà nei pressi del gigante del Sistema solare e, grazie agli strumenti che porta con se,  ci darà notizie ancora più fresche di quello che viene definito una stella mancata. 

Restando nei pressi del pianeta gigante non va dimenticata un'altra importante missione, questa volta dell'europea Esa, ovvero Juice (Jupiter Icy moons explorer). Obiettivo della missione sono Europa, Ganimede e Callisto, le principali lune di Giove in grado di ospitare eventuali forme di vita. La missione partirà nel 2022 ed entrerà nel vivo solo otto anni dopo, nel 2030.

SATURNO, IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Rimanendo in area di giganti, il vicino (si fa per dire) Saturno gode della presenza della sonda Cassini, che orbita intorno al Signore degli anelli dal 2004, anch'essa ricca di tecnologia italiana.

MERCURIO
Di nuovo un passo indietro e lasciando al suo destino il gigante gassoso e i suoi più interessanti satelliti, stavolta ci dirigiamo verso Mercurio dove un'altra avventura attende la scienza italiana. Nel 2017 ai nastri di partenza ci sarà Bepi Colombo con la missione targata da ESA e JAXA attraverso due satelliti dell'agenzia europea e di quella giapponese. La partecipazione italiana include strumenti appannaggio dell'Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) finanziati dall'Agenzia spaziale italiana. Si tratta degli strumenti Serena, che avrà il compito di studiare la tenue esosfera del pianeta più vicino al Sole; Isa, un accelerometro per le misure gravitazionali; Simbio-Sys (a cura Asi) che si occuperà dello studio geologico e geochimico del pianeta. Fase operativa a 5 anni dal lancio, nel 2022.

IL SOLE, IL VIAGGIO PIU' DIFFICILE
Nel 2018 il viaggio più difficile, quello verso il Sole ancora una volta con una missione Esa, la Solar Orbiter. Obiettivo tra i più complicati, vista la vicinanza con la nostra stella, sono le caratteristiche dei due Poli e delle zone limitrofi. L'Italia si presenta all'appuntamento conil coronografo Metis e Swa (Solar Wind Analyzer), in particolare Metis ha l'incarico di osservare la corona nella luce visibile polarizzata, e nell’ultravioletto per lo studio del vento solare.

Dall'eccellenza nella Fisica ai primati dello Spazio. Con un carnet di appuntamenti così fitto e impegnativo, c'è da star sicuri che la ricerca italiana non deluderà.




 
© RIPRODUZIONE RISERVATA