Partendo da La Paz, si intraprende un percorso che arriva a 3640 metri di altezza, sale fino a 4650 e poi scende a 1525 metri. La differenza è talmente tanta che si cambia anche microclima. Dal freddo, al caldo umido il cambiamento è importante. Dall’altopiano alle foreste, differenti i paesaggi e l'abbigliamento.
C’è stato un periodo in cui arrivavano a morire fino a 300 persone ogni anno perché uscivano improvvisamente di strada o il terreno cedeva. Oggi, le attenzioni e i controlli sono maggiori, ma la strage che ha avuto nel tempo come principale teatro il luogo, si nota nelle tante croci a ricordo delle vittime. Solo il 24 luglio del 1983, un tragico incidente uccise più di cento persone. Il peggiore che la Bolivia ricordi. Questo però più che terrorizzare, ha incuriosito i turisti che non vogliono perdere l’attrazione locale. Ancora di più i cicloturisti, anche perché la forte inclinazione permette loro di provare l’abilità acquisita sulle due ruote. In ogni caso, per chi vuole spostarsi senza problemi, di recente è stata aperta una strada secondaria più sicura.
La costruzione della via più pericolosa del mondo, risale agli anni Trenta del XX secolo e della realizzazione se ne occuparono i paraguaiani prigionieri nel corso della guerra del Chaco. Serviva come punto di collegamento tra la capitale e l’Amazzonia boliviana.
Le regole di sicurezza, comunque, sono oggi molto rigide. Dal 1990 bisogna sempre tenere la sinistra quando si guida, a differenza delle altre strade del Paese. In tal modo, chi arriva in senso contrario, può accorgersi prima di eventuali dirupi.
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