Tangenti a Roma, indagati Caudo e Fatello: mazzette in Comune anche per costruire le tre Torri dell'Eur

Tangenti a Roma, indagati Caudo e Fatello: mazzette in Comune anche per costruire le tre Torri dell'Eur
di Michela Allegri e Valentina Errante
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Domenica 21 Febbraio 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:08

Il polo direzionale di oltre 66mila metri quadri dovrebbe essere pronto nel 2017. Sarà il nuovo quartier generale di Telecom Italia e ospiterà centinaia di altri uffici. È la nuova vita delle Torri dell'Eur, progettate negli anni Cinquanta da Cesare Ligini e lasciate a lungo all'incuria. Un mega business per la società Alfiere spa che però ha pagato oneri di concessione al Campidoglio come riqualificazione urbana, riuscendo così a risparmiare milioni di euro. Una pratica “curata” personalmente dall'ex assessore all'Urbanistica della giunta Marino Giovanni Caudo. Il sospetto del pm Erminio Amelio è che Caudo e Antonello Fatello, ex numero uno del Dipartimento urbanistica del Comune, da sempre vicino al costruttore Luca Parnasi, abbiano ricevuto in cambio mazzette o altri beni. L'ex assessore e il dirigente sono indagati per corruzione, insieme a due tecnici della Alfiere spa e ad altri funzionari dell'amministrazione capitolina.
 
LE IPOTESI
«È possibile sia il cambio di destinazione d'uso in residenziale sia in uffici privati. L'iter urbanistico è concluso», così garantisce il sito della Alfiere, la società che ha portato a termine la promessa elettorale del sindaco Ignazio Marino, in merito agli immobili delle tre torri dell'Eur. Questione non da poco, perché gli oneri di concessione pagati al Campidoglio dalla società, controllata al 50 per cento da Telecom e dalla Cdp immobiliare (Cassa depositi e prestiti), sono minimi, ossia quelli previsti per la riqualificazione urbanistica e non per l'edilizia residenziale, commerciale. Sono state le intercettazioni sul telefono di Antonello Fatello a rivelare le premure e l'interesse privato dell'assessore. Gli accertamenti del nucleo Anticorruzione della Finanza sono ancora in corso. Le indagini sono state prorogate fino a maggio. I pm sospettano che Caudo e Fatello abbiano ottenuto mazzette per far passare la pratica con le “agevolazioni” milionarie del caso.

IL PROGETTO
Le chiamavano “Beirut”, perché da anni le Torri, un tempo di proprietà del ministero delle Finanze e sede dell'Agenzia delle entrate, erano scheletri abbandonati. Il progetto firmato da Renzo Piano nel 2010 si era fermato, lasciando gli interventi a metà. La cordata di privati aveva finito per vendere. Nel 2015 era arrivato l'annuncio trionfale di Caudo, dopo l'incontro con Pierfrancesco de Martino, responsabile di Telecom Italia, e Giovanni Paviera di Cdp immobiliare (proprietario dell'immobile). Le Torri sarebbero rinate e a garantire il mega progetto per il 2017 sarebbe stata Telecom. Un polo direzionale che avrebbe cambiato l'aspetto del quartiere. Il progetto prevede il mantenimento della destinazione a uffici e il riutilizzo delle sei strutture esistenti: tre torri (17 piani ciascuna), due edifici di quattro piani fuori terra, il primo all'angolo tra via Cristoforo Colombo e Viale America, un altro su viale Boston, un terzo tra le torri con funzione di ingresso generale dell'intero complesso.

Poi superfici da destinare a parcheggi disposte nei due fabbricati costituiti da due piani interrati ed aree esterne.

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