I TENTATIVI DEI GOVERNI Non è una novità che i governi dispongano dei fusi orari a piacimento. Il leader della Corea del Nord lo scorso agosto decise autonomamente di imporre uno spostamento delle lacette di 30 minuti inventandosi il 'mezzo' fuso di Pyongyang per differenziarsi da Seul. Idem per il presidente venezuelano Hugo Chávez, che cambiò l'ora all'improvviso per raggirare gli imperialisti americani. Nel passato si ricorda l'esempio della Spagna franchista che volle annettersi al fuso orario della Francia tedeschizzata durante la Seconda Guerra Mondiale per simpatizzare con il regime nazista.
LA STORIA Il mondo come lo conosciamo noi, diviso in 24 spicchi, potrebbe presto sparire. L'Utc, il Tempo Coordinato Universale, è stato adottato nel 1884 dalla cosiddetta commissione di Washington. A ogni fuso corrisponde un orario fino a 12 ore avanti o indietro in riferimento al cosiddetto meridiano zero del Royal Greenwich Observatory, vicino Londra. Non sono così categorici: alcuni Paesi, infatti, hanno scelto per comodità un unico fuso perché molto estesi, primo fra tutti la Cina.
INCONVENIENTI Con un calendario universale ci sarebbe qualche inconveniente e bisognerebbe cambiare le nostre abitudini. Tutti gli orologi segnerebbero mezzogiorno, ma in alcuni territori del pianeta si mangerebbe, in altri si lavorerebbe e in altri ancora si dormirebbe. Con le stagioni questo discorso si fa tranquillamente. Una volta presa l'abitudine, secondo gli ideatori ci sarebbe un mucchio di vantaggi. "Tutte le compagnie aeree - svelano i due - usano già oggi il tempo universale per non far scontrare gli aerei". I fusi orari sarebbero aboliti a partire dal primo gennaio 2018. Sì, ma a che ora?
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