Scandalo affitti, scontate anche concessioni ai distributori di benzina

Scandalo affitti, scontate anche concessioni ai distributori di benzina
di Alessia Marani
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 13:56
Canoni non ancora aggiornati, elenchi incompleti, attività chiuse da un pezzo ma ancora conteggiate a pie’ di lista. Anche le concessioni dei distributori di carburanti finiscono nella bufera dell’Affittopoli capitolina. Sono cinquantadue, infatti, gli impianti che pagano un affitto al Campidoglio per potere esercitare. Cifre che vanno da un (super)minimo di 1.190 euro all’anno (vale a dire appena 99 euro al mese), pagate da una stazione di via Prenestina nel V Municipio, ai 76.623 (6.385 euro al mese) sborsati dalla Total di viale Oceano Indiano all’Eur/Torrino, almeno sulla carta, la più competitiva per mole di traffico e rifornimenti.

Inquilini speciali e preziosi per le casse del Dipartimento al Patrimonio che però fruttano, tutto sommato, una cifra modesta: un milione e 76mila euro, ossia 20.708 in media all’anno. E non mancano i morosi (alcuni da tre/quattro anni), per cui solo adesso, dopo anni di sospeso e il pressing del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, stanno partendo le contestazioni.

L’elenco pubblicato online e fermo al 2014 fa riferimento alla “lista di carico” lasciata dalla Romeo Gestioni e porta in testa la dicitura “tutti i dati pubblicati sono in fase di verifica e riordino”. Affittuaria più assidua del Campidoglio risulta la Eni Divisione Refining & Marketing, con 13 impianti dati in gestione a privati. Ma è anche quella che paga i canoni più alti. Come in Corso Francia 80, distributore con punto Mc Donald’s annesso (non ricompreso nell’affitto) subito dopo il Ponte. Canone annuo 70.343 euro. «L’affitto lo paga regolarmente la compagnia petrolifera a cui noi dobbiamo un corrispettivo di gestione - spiega Mario, il gestore - credo che il prezzo sia in linea con i consumi, probabilmente calcolato per litro di erogazione. Certo, c’è chi paga cifre molto più basse ma sarà, forse, perché lavora di meno».

L’area, ancora definita “verde pubblico” nelle mappe catastali fu ampliata nel ’90 in occasione di mondiali di calcio e l’Eni paga per quell’ampliamento. Nell’elenco, accanto alla voce di Corso Francia appare un asterisco. Il che vuol dire che il canone di affitto, secondo il Comune, è stato aggiornato. Due asterischi significano che i canoni sono (o dovrebbero essere) in fase di aggiornamento. In viale Tiziano un impianto di rifornimento risulta affittuario dell’“area o suolo” per 1.670,40 euro annuali. Ma la stazione di servizio è chiusa e abbandonata al degrado. Sulla tettoia crescono le piante, la “pistola” del distributore è sparita, qualcuno ha abbandonato alle sue spalle sanitari e scarti di cantiere. Non c’è traccia nemmeno dell’impianto segnato al civico 1 di viale Marconi, mentre in piazza della Radio i fratelli Morighetti portano avanti l’attività dagli anni ’80 e stanno a libro paga del Comune per 30.181 euro (canone da aggiornare). Poco distante in piazza Righi, i due distributori gemelli posti da un lato e l’altro della carreggiata, pagano rispettivamente 12.793 (prezzo aggiornato) e 12.176 all’anno(da aggiornare).

In via Prenestina, i benzinai “comunali” pagano decisamente meno: un altro impianto, sulla stessa strada, infatti sborsa appena 1.609 euro. La Alfa Gasauto di via di Vigna Murata (VIII Municipio) paga 2.297 euro all’anno. La A.p.i. Diramf di via Ugo della Seta (III municipio) 1.390 euro ogni anno. Gli ispettori di Tronca, insomma, faranno il pieno.
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