Malagrotta, la minaccia di Cerroni: «Riapro l'inceneritore». I residenti in allarme

Malagrotta, la minaccia di Cerroni: «Riapro l'inceneritore». I residenti in allarme
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 09:00

I cittadini di Valle Galeria da qualche giorno sono in fermento sui social network, molto preoccupati dall'annuncio di Manlio Cerroni: accenderò il gassificatore di Malagrotta. Sembra uno spettro che ritorna, quasi a ribadire che della cittadella dei rifiuti non si libereranno mai. Per trent'anni hanno convissuto con la discarica più grande d'Europa e nel settembre 2013, quando l'allora sindaco Ignazio Marino ne decise la chiusura, tirarono un sospiro di sollievo. Certo, continuano a funzionare i due impianti di trattamento di Colari, a Malagrotta, ma comunque la discarica non riceve più rifiuti e sembrava definitivamente tramontata l'ipotesi di mettere in funzione le due linee di gassificazione (l'inceneritore). Una delle due era stata avviata qualche anno prima, ma solo in forma sperimentale, poi era stata spenta. Il fatto che Roma sia vicina al traguardo del 50 per cento della differenziata (e dunque si sia ridotta drasticamente la produzione di Cdr, il combustibile da rifiuti che alimenta gli inceneritori) aveva fatto dire a Regione e Comune che quell'impianto non serviva, che erano sufficienti quelli di Colleferro e San Vittore. In questa fase di transizione, mentre la differenziata aumenta, una parte del cdr finisce all'estero o in altre regioni. Ed è da qui che parte l'annuncio riassunto in una lettera inviata da Colari alla Regione, a Roma Capitale, alla Prefettura, al Ministero dell'Ambiente e alla Presidenza del Consiglio, in cui si mette nero su bianco la volontà di accendere il gassificatore di Malagrotta.

LA LETTERA
La lettera, è datata 20 gennaio, in realtà non è firmata da Cerroni, ma dall'avvocato Candido Saioni, che attualmente guida Colari. L'inizio è allarmista: «Come è a tutti voi noto la situazione del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati di Roma è drammatica». Detto che la situazione a Roma non è poi così peggiore di quella pre 2011, quando per molti anni si sono gettati in discarica rifiuti tal quali, senza trattarli, pratica non consentita dalle norme dell'Unione europea, va anche notato che Colari punta sulle criticità perché vuole raggiungere due obiettivi. Il primo è appunto quello dell'attivazione del gassificatore di Malagrotta: il 10 agosto 2015, ricorda la lettera, Colari rinunciò alla realizzazione di entrambe le linee, ma chiese alla Regione l'autorizzazione al revamping (al rinnovamento con una tecnologia più moderna) della linea esistente perché «in tempi brevi questa possa entrare nel regolare esercizio definitivo e dare così un contributo a tutto il sistema di gestione dei rifiuti di Malagrotta, con la valorizzazione energetica del Cdr-Css prodotti».
 

LA TESI
La tesi di Colari: in questo modo eviteremo di portare con i camion il combustibile da rifiuti in altre regioni o all'estero. Colari indica, come seconda ragione delle difficoltà del sistema, la mancata realizzazione di una nuova discarica e addirittura torna a parlare del vecchio progetto di Quadro Alto (quello che causò la rivolta a Riano). A Valle Galeria, di fronte alla minaccia di accendere il gassificatore, i comitati dei cittadini sono già sul piede di guerra. C'è chi prepara scioperi della fame, chi manifestazioni in Regione per chiedere che sia respinto il progetto. E molti ricordano che la discarica è stata chiusa da quasi tre anni, ma la bonifica, che dovrebbe realizzare Colari, non è mai cominciata.
 
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