Bankitalia, Visco: rivedere il bail in. Italia paga errori commessi da altri

Bankitalia, Visco: rivedere il bail in. Italia paga errori commessi da altri
di Filippo Bernardi
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Sabato 30 Gennaio 2016, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 09:30

L'Italia dovrebbe chiedere la «revisione, da avviare entro giugno 2018» della direttiva Ue che prevede il Bail in, ovvero le perdite a carico dei risparmiatori in caso di crisi bancaria. Lo chiede il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco secondo cui la stessa norma «contiene una clausola che prevede la revisione», «occasione che va sfruttata, facendo tesoro dell'esperienza». Via Nazionale e il Tesoro, ricorda Visco, avevano chiesto invano in sede di definizione della norma di non applicarla retroattivamente e un «passaggio graduale e meno traumatico».

Il governatore spiega infatti che a determinare questo cambiamento 
«traumatico» hanno «sicuramente concorso i massicci interventi pubblici per salvataggi bancari che in vari paesi hanno pesato sulle finanze dello Stato, in alcuni casi mettendone a repentaglio l'equilibrio». Chiara l'allusione a quanto accaduto in Germania, in Gran Bretagna e in Francia, dove i salvataggi di Stato (solo Berlino ha sborsato circa 250 miliardi) avvenuti  tra il 2011 e il 2013 sono stati cavalcati dalla speculazione più ardita aumentando il costo degli interventi. In altre parole l'Italia oggi paga un prezzo alto a causa degli errori commessi da altri.


La Banca d'Italia chiede agli istituti di credito italiani di creare, seguendo la possibilità offerta dalle norme europee un fondo volontario per la gestione delle crisi «aggiuntivo rispetto ai sistemi obbligatori di garanzia dei depositanti». Visco chiede un fondo volontario come alternativa al fondo di risoluzione e per non incorrere nello stop della Commissione Ue. Secondo il governatore «il costo» a carico delle banche «sarebbe compensato dai benefici che ne trarrebbero tutti gli istituti e grazie alla rafforzata fiducia della clientela».

Il taglio consistente del valore delle sofferenze (al 17%) delle 4 banche mandate in risoluzione è stato determinato «non in modo discrezionale ma in base a precise norme europee», afferma quindi il governatore della Banca d'Italia in merito al crac di Cariferrara, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria. Secondo Visco «non c'erano alternative concrete» alla risoluzione tranne quella «ben più traumatica della messa in liquidazione». Il governatore rileva poi come la contrarietà della Commissione Ue all'intervento del fondo interbancario di tutela depositi «a differenza di quanto accaduto in passato» perché assimilato agli aiuti di stato, non sarebbe potuto essere portato davanti alla Corte di Giustizia Ue come richiesto da alcuni.

Ci sarebbero state «conseguenze ancora più gravi per le banche e i risparmiatori», richiedendo «un accantonamento pari all'esborso futuro» in caso di sconfitta alla Corte. La Bce inoltre dovuto autorizzare l'intervento del fondo, ricorda Visco, e Francoforte «non avrebbe a sua volta potuto prescindere dal giudizio della Commissione Ue». La vigilanza della Banca d'Italia ha affrontato negli ultimi 15 anni circa 100 crisi bancarie e la «sequenza di interventi» adottati nei confronti delle 4 in risoluzione è stata posta in atto «come in tutti gli altri casi», aggiunge.


«Le banche italiane sono ben patrimonializzate, anche grazie all'azione prudente e pressante della vigilanza», continua Visco al Forex secondo cui «i crediti deteriorati sono ampiamente coperti da svalutazioni e garanzie». Visco richiama così le parole del presidente Bce Draghi secondo cui «non ci saranno nuove richieste di maggiori accantonamenti o di rafforzamento patrimoniale». 

Il Pil italiano «potrebbe crescere attorno all'1,5% sia nel 2016 che nel 2017», sottolinea infine il governatore della Banca d'Italia ribadendo quanto stimato dall'istituto nel bollettino economico.
Per Visco lo scenario «presuppone che prosegua il rafforzamento della domanda interna, in particolare degli investimenti». «L'incertezza del contesto internazionale e i suoi riflessi talora disordinati e violenti costituiscono evidenti elementi di rischio».

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