Renzi: i populisti non si battono con la guerra

Renzi: i populisti non si battono con la guerra
di Marco Conti
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Lunedì 7 Dicembre 2015, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 00:04
«Non sono politiche ma regionali», si affrettano a precisare a palazzo Chigi. Mettere le mani avanti prima di analizzare il voto francese, serve per preparare la risposta che verrà data da Renzi dopo le regionali di primavera. La forte avanzata della destra populista di Marine Le Pen consolida le certezze di Renzi sugli errori da non commettere e nella speranza, che dopo il voto francese, i socialisti europei trovino il tempo per una riflessione.

INTESA
Promettere di non ricandidarsi all’Eliseo - come ha fatto Hollande - se il numero dei disoccupati non sarà diminuito al termine del mandato, ci sta ed è di sinistra. Affrontare la sfida del terrorismo islamico parlando di «guerra», spedire i Mirage in Siria dopo aver decretato lo stato d’emergenza, rimettere in acqua la ”De Gaulle”, chiudere le frontiere e rendere revocabile la cittadinanza, lo sono molto meno. Soprattutto se si pensa che l’Europa serva solo ad autorizzare sforamenti al patto di stabilità, mentre non debba intervenire sui migranti, come qualche mese fa sosteneva Hollande.

Dopo Parigi la svolta securitaria è servita in sostanza ad alzare l’indice di gradimento personale del presidente francese e a dare ragione alla Le Pen la quale sostiene di aver rivoluzionato a tal punto il FN da promettere querela a chi lo definisce partito di estrema destra. Infatti, in un recente sondaggio di Le Monde, si scopre che il FN è primo in tutte le fasce d’età ma arriva al 45,6% tra gli operai e al 40,8 tra gli impiegati.

«Grande Marine!». Nel grido di gioia emesso ieri dal leghista Salvini c’è il tributo per l’alleanza in Europa, ma l’exploit del FN è stato costruito da Marine Le Pen partendo dalla emarginazione di ciò che rimaneva della destra francese (padre compreso) e da un ammorbidimento di alcune parole d’ordine. Ma se la Lega di Salvini non ha ancora iniziato il percorso della Le Pen ed è alle prese con un Berlusconi che non intende mollare la presa sul centrodestra, in Italia in pole position ci sono i pentastellati di Grillo che ieri si sono ben guardati dal commentare, ma godono per la sconfitta di Hollande e di Sarkozy mentre con la Le Pen hanno in comune il Patto del Nazareno che in Francia si chiama ”fronte repubblicano”, ovvero l’alleanza anti FN tra socialisti e repubblicani.

D’altra parte il FN si presenta come partito antisistema che punta a spazzare via i partiti tradizionali che hanno fallito per malgoverno e corruzione. Argomenti che sinora hanno fatto la fortuna del M5S i quali, sondaggi alla mano, potrebbero arrivare al ballottaggio previsto dall’Italicum.

FRONTE
In Francia il ”fronte repubblicano”, che impedì la vittoria di Le Pen-padre alle presidenziali del 2002, è stato rottamato per gli stessi motivi che in Italia rendono difficile cambiare il premio di maggioranza. «Non cambierò l’Italicum» ha ripetuto ieri Renzi al Corriere. Niente coalizione o ”fronte” anti M5S. Meglio il corpo a corpo, come insegna la Le Pen.
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