Il presidente del gruppo ferroviario non si è mai schiodato da questa impostazione. Tanto che, quasi subito dopo la sua nomina, vista la diversità di vedute con Elia aveva restituito tutte le deleghe operative eccetto quella sul controllo interno. Fatto è che sia Renzi che Padoan hanno esaurito il tempo ed anche la pazienza. Vogliono che le Ferrovie vadano sul mercato il prossimo anno. Lo stallo ai vertici del gruppo, dunque, va risolto. In un modo o in un altro. Dove l'altro modo, secondo quanto riportato anche dalla newsletter Insider, sarebbe quello delle loro dimissioni. Fonti di Palazzo Chigi si trincerano dietro un «no comment».
LE POSIZIONI
A dire il vero le possibili dimissioni di Messori ed Elia non sono una novità assoluta. È da tempo che le voci su un avvicendamento al vertice delle Ferrovie si rincorrono. Questo giornale ne aveva dato conto anche all'inizio della scorsa estate.
Del resto, da molto tempo Renzi avrebbe anche individuato il nuovo amministratore delegato in pectore. Si tratta di Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Busitalia, una controllata delle Ferrovie che quando l'attuale premier era ancora sindaco di Firenze aveva rilevato dal Comune la municipalizzata Ataf. Fino ad oggi, poi, vicini alle posizioni di Messori sono sempre stati considerati il ministro Padoan e quello dei trasporti Graziano Delrio. Renzi, invece, preferirebbe di gran lunga il percorso rapido indicato da Elia.