Mafia capitale, Odevaine: vigili pagati in nero da Totti per proteggere figli

Mafia capitale, Odevaine: vigili pagati in nero da Totti per proteggere figli
di Silvia Barocci e Sara Menafra
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Sabato 21 Novembre 2015, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 11:20
ROMA Dal tentativo di rapire il figlio del ”Capitano” Francesco Totti al giro d'affari legato alla famiglia del consigliere Giordano Tredicine. E' un verbale che spazia sugli ultimi quattordici anni di storia capitolina, ma che lascia aperti molti interrogativi, quello reso da Luca Odevaine, ex vicecapo del gabinetto di Walter Veltroni, ascoltato dal pm Paolo Ielo lo scorso 19 ottobre nel carcere di Terni. Agli atti del processo Mafia Capitale era stata depositata una versione sintetica, piena di omissis. Parti coperte, perché al momento non sottoposte ad ulteriori indagini e perché relative a conoscenze che Odevaine dice di avere ”di seconda mano”, quindi da verificare come tutte le dichiarazioni del personaggio in questione, oggi ai domiciliari. «Un giorno - racconta l'ex comandante provinciale dei vigili urbani - mi telefonò Vito Scala, il preparatore atletico di Francesco Totti.



Venne a parlarmi e mi disse che un tifoso ultrà della Roma, che era appena uscito dal carcere, era andato a dirgli che gli avevano offerto 50.000 euro per rapire il figlio di Francesco Totti. Allora ne aveva uno, mi pare che c'avesse un anno, e dice: ”Io adesso francamente lui sostiene che non lo farà, si è rifiutato, era sì un bandito, ma di fronte al capitano”».



I VIGILI DI SCORTA



Odevaine sostiene di aver avuto una conferma anche dall'attuale comandante provinciale dei Carabinieri Salvatore Luongo (il quale con un comunicato fa invece sapere che i controlli effettuati non portarono a nulla), quindi decide di coinvolgere la pattuglia di vigili urbani a disposizione del gabinetto, perché facessero da scorta ai figli del Capitano della Roma: «Dissi al capo di questo gruppo: "senti, c'è qualcuno che vuole fare dell'extra lavoro?". Sei di loro hanno svolto questa funzione, ma fuori dall'orario di lavoro e pagati direttamente da Totti». Era lo stesso Odevaine a fare da tramite: «Per un certo periodo questi soldi me li dava a me Francesco Totti, mi compilava un assegno tutti i mesi e io poi li davo a loro e poi dopo un pò ho detto: "a me non mi piace questa cosa"». Il servizio sarebbe cessato solo l'anno scorso «quando Francesco Totti si è trasferito nella nuova casa».



CAMION BAR



L'ascesa dei Tredicine, che grazie a un sodalizio con il dirigente del Comune Giacomo Nardi, riescono ad accaparrarsi «quasi tutte le licenze che ci sono a Roma» tanto finanziare «la politica romana a 360 gradi», è uno dei passaggi dell'interrogatorio che la procura ha depositato omissati. Nardi - racconta Odevaine - era dirigente sotto dirigente di gabinetto di Rutelli, fu ”rimosso” e trasferito al XVII municipio da Veltroni ma tornò in auge con Alemanno. E' col suo tramite che «su 500 licenze circa che esistono a Roma, vari tipi di licenze mobili, 430 sono della famiglia Tredicine e Falasca. E quasi tutte le licenze sono di origine molto, molto dubbia». Erano licenze «contraffatte» date temporaneamente, ad esempio ai venditori di caldarroste, ma che poi venivano rinnovare «come licenze fisse» grazie a Nardi. Idem per i camion bar, i fiorai di Roma, le autorimesse etc. «C'hanno veramente un controllo mafioso del territorio perché sono attività che - mette a verbale Odevaine - 24 ore su 24 insistono su tutto il territorio romano. Stiamo parlando di un giro di contanti intorno a due milioni due milioni e mezzo di euro al giorno, che non si sa bene che strade prendono». Le violazioni sulle licenze sarebbero state segnalate da Odevaine a Veltroni il quale «sollecitò l'assessore più volte a mandare le carte in procura» ma «che io sappia - dice - non se ne fece nulla».



GLI ACCORDI TRA I CONSIGLIERI



Odevaine dice che poco dopo le elezioni e la vittoria di Alemanno fu lo stesso Pd a premere perché lasciasse l'incarico. Tra i motivi di contrapposizione un accordo in cui il sindaco «garantiva 400.000 euro per ogni consigliere, sia di maggioranza che di opposizione, da poter spendere». Un'intesa, denunciata recentemente dal segretario radicale Riccardo Magi, che «non si è interrotto con la giunta Marino», chiude Odevaine.



CARMINATI E IL PDL



I verbali depositati ieri contengono anche le informative circa le azioni politiche dello stesso presunto leader di Mafia Capitale Massimo Carminati. Stando alle intercettazioni, il Nero nella campagna elettorale del 2013 avrebbe sostenuto direttamente il consigliere Giovanni Quarzo (Pdl), puntando a farlo diventare presidente della commissione Trasparenza.

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