Forza Italia, morto il senatore Donato Bruno: aveva 66 anni

Forza Italia, morto il senatore Donato Bruno: aveva 66 anni
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Lunedì 17 Agosto 2015, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 17:23
Difficile mettere assieme tutti gli ossimori che hanno definito nel tempo Donato Bruno, una delle menti giuridiche di Forza Italia, la più duttile per antonomasia ma anche, per molti, «lo squalo»; il «falco gentile» lo definivano sottovoce amici e nemici; «the voice» per quel suo tono baritonale profondo e unico in Parlamento che sapeva esprimere attenzione e rispetto. Tacciato di essere da sempre un punto di riferimento di due estremi in Fi: il «falco» Cesare Previti e il super dialogante Gianni Letta; pronto a raccogliere i suoi voti ma anche quelli del centro sinistra per lo scranno alla Consulta che è stato il grande amore mancato del senatore morto oggi a 66 anni. Donato Bruno era definito proprio per questa sua capacità «l'avvocato bipartisan» ma non è mai stato il legale di Berlusconi; lo conobbe nel lontano 1978 per via della cura degli interessi di un immobiliarista vicino al Cavaliere.



Entrò presto in quella «corte» di menti giuridiche «azzurre» ma lui non difese mai Berlusconi in Tribunale. Fece molto di più; cercò di dialogare, ad esempio da Presidente della importantissima commissione Affari costituzionali con gli avversari sul tema più delicato per il suo partito, quella della Giustizia, sfruttando la sua ironia garbata ma pungente; la disponibilità al confronto magari attraverso una battuta, doti che tutti in queste ore gli riconoscono.



La prima candidatura in Fi nel 1996, poi la Presidenza della delicata Commissione di inchiesta sul G8 e la guida della Giunta delle elezioni. Per due volte, con stile e determinazione, Bruno ha mancato l'elezione alla Consulta il grande sogno dei giuristi che entrano in Parlamento. La prima volta fu lui ad aprire la porta a Giuseppe Frigo dopo aver raccolto molti voti; la seconda volta, nel 2014, la «base» del partito lo difese contro le indicazioni dei vertici, Cavaliere compreso, e alla fine i giochi dei veti incrociati su Bruno e Luciano Violante fu più forte della sua garbata determinazione. Mollò ma si difese. Molto. Fu un candidato per poche ore alla Guida del dicastero di via Arenula quando Alfano si dimise ma al posto dell'avvocato Donato fu scelto il magistrato Nitto Palma. E anche qui Bruno ringhiò in privato ma fu affabile e dialogante in pubblico.



Oggi quella determinazione gentile è ricordata dai suoi dirigenti in Parlamento che hanno annunciato con un comunicato la sua morte Il capogruppo in Senato Paolo Romani e la vice Anna Maria Bernini ricordano Bruno sottolineando che era un «eccellente professionista e raffinato politico, stimato da tutti gli schieramenti». «Ci mancheranno la sua intelligenza politica, la sua competenza, il suo estremo garbo, la sua sottile ironia, la sua maestria nel risolvere ogni problema, la sua lealtà». Renato Brunetta lo definisce «un professionista serio, apprezzato negli anni da tutti gli schieramenti presenti in Parlamento per la sua autorevolezza e per le sue indubbie qualità. Uno studioso con una mente illuminata che ci mancherà infinitamente».



L'avversaria in punta di Codice Anna Finocchiaro (Pd) dice che Bruno «era un parlamentare autorevole e competente.
Che stimavo. Certo un avversario politico. Ma sempre leale e rispettoso del Parlamento». Anche il premier Matteo Renzi ha sentito la famiglia di Donato Bruno e, parlando con il figlio, ha espresso le sue condoglianze per la scomparsa di un'avversario leale e appassionato.